Gallarate, Cassani: «La cultura non passa da una casetta dei libri abusiva»

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GALLARATE – «La cultura non passa dalle bacheche abusive». Il sindaco Andrea Cassani lunedì sera 28 novembre in consiglio comunale ha voluto mettere fine una volta per tutte alla polemica creata dalle opposizioni dopo la rimozione della casetta dedicata al bookcrossing di Cedrate

Ci sono le biblioteche 

La maggioranza ha bocciato la mozione presentata in aula da Carmelo Lauricella (Pd). Nel dibattito è entrato a gamba tesa anche il primo cittadino. «Ci sono delle norme, che non abbiamo fatto noi, c’è una paesaggistica e siamo dentro il Parco del Ticino. Ora, non perché c’è qualcuno che magari è vicino a voi e mette una bacheca sulla cancellata bisogna tutelarlo a tutti i costi. Le bacheche non sono il problema né di Gallarate, né di Varese né del mondo. Per chi vuole prendere un libro ci sono due biblioteche e tantissime associazioni di promozione alla lettura». 

I libri e la Mensa dei poveri 

Nel suo intervento, poi ripreso da Massimo Gnocchi (Ocg), Giovanni Pignataro (Pd) aveva definito «lunare» il fatto che nella città epicentro dello scandalo giudiziario di “Mensa dei poveri” si facciano le pulci su una casetta di legno con dentro quattro libri installata su una recinzione di una casa privata. Una sottolineatura a cui Cassani ha replicato: «Mi sembra ridicolo che tutte le volte si debba tornare sulla Mensa dei poveri e che qualsiasi irregolarità debba essere derubricata o non debba essere perseguita solamente perché c’è stata un’indagine con reati per cui qualcuno ha patteggiato. Se seguiamo questo ragionamento non dovremmo più fare le sanzioni alle auto in sosta o forse non dovremmo più accertare alcun abuso edilizio?». 
Cassani ha inoltre detto che la vicenda non è stata raccontata come realmente è accaduta: «Lo sapevano da oltre un mese che dovevano adeguarsi alla normativa. Finiamola con questa disciplina del bookcrossing che mi sembra una perdita di tempo, assolutamente inutile. E finiamola di fare disinformazione che se n’è fatta troppa in questa aula».

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