Gallarate, la scomparsa del giornalista e studioso di storia locale Elio Bertozzi

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GALLARATE – E’ morto questa sera, venerdì 5 febbraio, Elio Bertozzi, 77 anni, cultore di storia gallaratese, critico d’arte, giornalista che per lunghi anni ha collaborato con La Prealpina. Da un paio di settimane era ricoverato all’ospedale di Somma Lombardo a seguito di un male incurabile che, da alcuni mesi, lo aveva costretto a una serie di ricoveri nei nosocomi di Gallarate e Busto Arsizio. Lascia la moglie Giuliana e il figlio Emanuele. La data dei funerali non è ancora stata decisa.

Uomo di cultura

Uomo di cultura, Bertozzi è uno degli ultimi appassionati di storia locale, a cui si devono ricerche sul passato della città di Gallarate, sintetizzate nella collana “Galerate”, che dirigeva fin dagli anni Ottanta. Sino ad oggi, la collana, che ebbe da subito un notevole successo, non solo in ambito cittadino, ha pubblicato diversi volumi che costituiscono un patrimonio culturale e storico di notevole importanza, anche per i racconti di episodi all’apparenza minori che testimoniano la Gallarate che fu: una miniera di notizie e di aneddoti.

Elio Bertozzi si occupò anche di sport, al seguito della Gallaratese calcio negli anni della presidenza Pastorelli. Scriveva articoli per la pagina gallaratese del quotidiano locale, principalmente di cronaca bianca e di arte.

Persona schiva, di animo gentile, sempre disponibile, Bertozzi è stato attivo nella Pro Loco, per la quale ha curato parecchie mostre e avviato iniziative. Ha collaborato con la parrocchia di Santa Maria Assunta; da sempre studioso delle opere d’arte contenute in basilica, Elio Bertozzi lascia numerosi scritti anche su di esse, indagando sugli artisti che hanno le loro opere in Santa Maria.

Il ricordo di Palazzi

Con commozione l’assessore alla Cultura di Gallarate, Massimo Palazzi, lo ricorda così: «Era un amico e per Gallarate una presenza costante: era un piacere leggere i suoi aneddoti capaci di mettere in luce aspetti poco noti della nostra città. Le sue erano vere e proprie pillole di cultura. Gli ho sempre riconosciuto la capacità di indagare nelle pieghe della storia per trarre quei particolari minuti che contribuiscono alla conoscenza della grande storia».

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