Sinti: «Noi pronti al dialogo. Sindaco non sia forte con i deboli. E’ troppo facile»

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GALLARATE – «In primo luogo vorremmo spiegare al consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe De Bernardi Martignoni che noi non siamo terremotati o profughi. Ma cittadini italiani. La Protezione Civile, così come da lui suggerito, che ci rifornisce periodicamente d’acqua è una proposta fuori luogo. Visto che noi l’acqua, da mesi, chiediamo di poterla pagare regolarmente».

Pronti a pagare l’acqua

Pino Saccone e Giuliano Casagrande, due dei capi famiglia dei Sinti che sono tornati a rioccupare l’area di via Lazzaretto a Gallarate, dalla quale il sindaco Andrea Cassani li aveva sgomberati nel novembre 2018, tornano sul punto. Le 48 ore concesse dalla nuova ordinanza comunale di sgombero concesse affinché i Sinti lascino spontaneamente l’area occupata abusivamente sono scadute ieri, sabato 10 luglio. Alfa ha tentato due accessi al campo per tagliare gli allacci, anche questi abusivi, che riforniscono d’acqua le famiglie, alcune con minori, che in via Lazzaretto si sono stabilite.

Pozzetti lasciati aperti da anni

«Diciamo le cose come stanno – spiega Casagrande – Noi da mesi chiediamo di pagare l’acqua che consumiamo. Non solo: non siamo stati noi a forzare i pozzetti per poterci allacciare alla rete. Sono in queste condizioni dal 2018, da quando ci hanno allontanati. Nessuno è mai venuto a chiuderli in quasi tre anni. Addirittura, e lo possiamo documentare, uno dei pozzetti in questione da anni sgorga acqua che viene dispersa senza che nessuno sia mai intervenuto a ripararlo. Noi siamo noi che consumiamo acqua a spese dei gallaratesi. Al contrario – prosegue Casagrande – Noi siamo quelli che, una volta rientrati, si sono premurati di interrare i pozzetti per salvaguardarli».

«Noi siamo quelli che l’acqua hanno chiesto di poterla pagare – conclude Casagrande – Siamo disposti al dialogo. Siamo pronti a sederci attorno a un tavolo per trovare una soluzione. Il sindaco smetta di essere forte con i deboli. Perché così è troppo facile».

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