Armani costringe l’Emporio Armando di Sesto a cambiare nome. «Contraffazione»

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SESTO CALENDE – I giochi di parole sono da sempre il marchio distintivo della sua attività musicale. “Gli avanzi di balera”, per esempio, è il nome del gruppo che ha accompagnato Ernesto Crespi, in arte Erno o Nestore, in uno dei suoi progetti da solista. Ecco perché, quando lo scorso anno ha deciso di aprire un locale stile bacaro veneziano a Oneda, frazione di Sesto Calende, ha usato la medesima sottile ironia ribattezzando il bar “Emporio Armando Vivande”. Il suo humour però non ha fatto per nulla sorridere i legali della Giorgio Armani spa che lo hanno invitato a cambiare nome per non essere costretti a trascinarlo davanti a un giudice.

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Concorrenza sleale

Contraffazione e svilimento del marchio, nonché comportamento contrario ai principi di concorrenza leale, sono soltanto alcune delle pesanti contestazioni rivolte a Crespi dalla Giorgio Armani Spa in una lettera pervenuta lo scorso 15 ottobre. Nel locale di Oneda pensavano inizialmente a uno scherzo. E invece era tutto vero.
Emporio Armani, hanno ricordato gli avvocati, è un marchio registrato che negli anni ha acquisito una indiscussa notorietà anche nel settore della ristorazione e bar con famosi locali di altissimo livello sparsi per il mondo, tra cui Milano, New York, Tokyo, Parigi e  Dubai. Il gioco di parole “Emporio Armando”, dunque, secondo loro era dettato esclusivamente dall’intenzione di richiamare il marchio Emporio Armani, attraverso uno svilimento che la società non era certo disposta a tollerare. Hanno dunque intimato a Crespi di modificare immediatamente il nome e togliere dalle insegne, dai social e dal materiale pubblicitario ogni genere di riferimento, pena risolvere la questione nelle aule di un tribunale.

Vittoria morale

Consigliato da un avvocato di fiducia, Crespi dopo alcune settimane di riflessione ha deciso di dargliela vinta. Una battaglia legale lo avrebbe trascinato in un vortice dai costi economici difficilmente quantificabili, ma di certo insostenibili in caso di soccombenza. «Loro hanno ristoranti a New York e Dubai, noi siamo un piccolo locale di Oneda», racconta il titolare. «Abbiamo fatto la nostra battaglia,  ma non abbiamo le forze. La nostra però è una sconfitta di carta, ma non morale. Ci siamo subito mossi e abbiamo trovato un nome alternativo che per noi vuole essere una rivincita». Naturalmente in chiave ironica, in perfetto stile del personaggio Erno. Come recitano le nuove vetrofanie apparse due giorni fa,  da ora in poi il locale si chiamerà “Emporio Delplagio”.

L’importanza di chiamarsi Nestore: Erno cambia volto con “A porte chiuse”

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