Il dg spiega: la Cardiologia di Gallarate non chiude, ma non si trovano medici

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Eugenio Porfido, direttore generale dell'Asst Valle Olona

GALLARATESui social è quasi una rivolta. Sono decine i messaggi che contestano il ridimensionamento dell’ospedale di Gallarate, dopo le notizie sul rischio di chiusura della Cardiologia. Pensionamenti e dimissioni stanno mettendo in crisi l’operatività dello storico reparto del Sant’Antonio Abate. A novembre se ne va anche il primario, Ivan Caico, le cui competenze gestionali riguardano anche la Cardiologia del nosocomio di Busto Arsizio; per dirla in un altro modo, due reparti in uno, in virtù di un accorpamento che interessa altri servizi (ad esempio, il pronto soccorso) con alle viste la realizzazione dell’ospedale nuovo in condominio tra le due città. Ma non prima di una decina d’anni, o giù di lì.

Banditi i concorsi per le assunzioni

 E nel frattempo? Eugenio Porfido, direttore generale dell’Asst Valle Olona, ribadisce i concetti più volte espressi sul mantenimento delle prestazioni, possibilmente in modo efficiente e funzionale, per tutti i reparti. “Il problema non riguarda la volontà politica di garantire assistenza e cure in modo continuativo, caso mai riguarda la carenza di medici – spiega Porfido a Malpensa24 – Un problema generalizzato, che non tocca soltanto la  nostra Asst. Noi cerchiamo di affrontarlo e risolverlo al meglio, ma la sua definitiva soluzione è nelle mani dei livelli decisionali più alti”. Vero, intanto succede che alla Cardiologia del Sant’Antonio Abate i professionisti escono di scena e, se entro il mese di marzo, non saranno sostituiti esiste davvero il rischio di chiudere. E’ così, dottor Porfido? “Nessuna intezione di abbassare la saracinesa ­– è la risposta – Abbiamo già predisposto i concorsi per le assunzioni necessarie, purtroppo il numero dei medici disponibili è insufficiente a riempire i vuoti. Da parte nostra abbiamo anche cercato di convincere il dirigente Caico, persona perbene e professionista serio e preparato, a posticipare il suo collocamento a riposo, come avrebbe potuto. Le scelte personali vanno però rispettate. E dovremo adeguarci, anche se a malincuore”.

Il nuovo ospedale

La questione non sembra però convincere i cittadini e, tra loro, numerosi esponenti politici, che su Facebook fanno trasparire il loro disappunto e la forte preoccupazione che l’attesa del futuro ospedale unico si prolunghi per anni e anni, fino alla dismissione anticipata di alcuni servizi essenziali dei nosocomi di Gallarate e Busto Arsizio. Possibile? “Non è certamente questa la nostra intenzione – sono parole di Eugenio Porfido – né, penso, quella della Regione Lombardia. Le procedure per il nuovo ospedale stanno andando avanti. Attualmente si stanno verificando le osservazioni alla cosiddetta Vas. Ma i tempi tecnici sono dettati dalle norme, non vedo comunque e fino a prova contraria eventuali intoppi”.

Disagi e disservizi

Tutto a posto e niente in ordine, ci verrebbe da dire, quanto meno prestando orecchio al disagio e ai disservizi lamentati dagli utenti del Sant’Antonio Abate. Una situazione complessa, che ha motivazioni lontane, da rintracciare appunto nella mancanza di medici, ma non solo. Quanto accade alla Cardiologia è soltanto una delle questioni gestionali aperte, basti pensare a un altro servizio d’eccellenza dell’ospedale gallaratese, la Diabetologia, dibattuta in una serie di problemi operativi che rischiano di vanificare tutti gli sforzi professionali e scientifici del passato. Per arrivare infine al pronto soccorso, il cui affollamento è quotidiano, con il personale sanitario ridotto ai minimi termini e con attese di ore prima di essere visitati. Qualcuno, infine, dovrà pur assumersi le responsabilità di tutto ciò. Ma, chi?

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