Arresti a Legnano: Lazzarini chiama in causa Salvini nelle intercettazioni

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LEGNANO – Spunta anche il nome del ministro dell’Interno Matteo Salvini nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza che oggi, giovedì 16 maggio, ha portato all’arresto del sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, del vicesindaco e assessore al bilancio (oltre che ex sindaco) Maurizio Cozzi e dell’assessore ai Lavori Pubblici Chiara Lazzarini. Per la nomina di Lazzarini, stando agli inquirenti, Fratus addirittura “defenestrò”, politicamente parlando Laura Venturini (in quota Forza Italia) nominata subito dopo le elezioni del 2017: la sua nomina ha aperto la profonda crisi che aveva qualche settimana fa portato quasi al commissariamento del Comune di Legnano, poi evitato proprio con intervento del ministro dell’Interno dopo che il Prefetto aveva passato la competenza come da normativa.

L’intercettazione

Il nome di Salvini entra de relato nell’inchiesta: il ministro dell’Interno non è coinvolto nelle indagini. In un’intercettazione tra l’assessore Lazzarini e Letterio Munafò, assessore con delega al Personale, Lazzarini riporta al suo interlocutore parole riferite al sindaco Fratus: «Siccome prima del ballottaggio a livello regionale io ho fatto un accordo con Paolo Alli (ex funzionario comunale e regionale e oggi indagato) , Salvini e quell’altro provinciale loro della Lega in cui Paolo Alli e Guidi (candidato sindaco uscito al primo turno) hanno detto che mi avrebbero appoggiato al ballottaggio e che io in cambio gli avrei dato un posto, quindi io devo mantenere questa promessa che ho fatto io (Gianbattista Fratus, ndr), per cui per Aemme Linea Ambiente non do nessun consigliere in quota a nessun partito. Li scelgo io quindi».

Il patto con Guidi

Il gip, nell’ordinanza spiega questo passaggio così: «Lazzarini chiariva definitivamente le reali motivazioni sottese alla nomina di Guidi Martina e quindi i termini dell’accordo illecito». Il passaggio riguarda il capo di imputazione relativo alla corruzione elettorale contestata al solo Fratus. In sintesi dopo il primo turno Fratus avrebbe stretto un patto con Luciano Guidi, candidato per la lista civica Alternativa Popolare: Guidi ( a sua volta indagato) avrebbe girato i voti a Fratus in vista del ballottaggio in cambio di un posto per la figlia Martina nel cda della partecipata Aemme Linea Ambiente s.r.l di Legnano. «Il prezzo è stato pagato». Queste le parole usate dal’assessore di Legnano  Chiara Lazzarini per definire i 1046 voti passati al ballottaggio al sindaco di Legnano Gianbattista Fratus. E in effetti Martina Guidi ebbe il posto concordato.

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