Legnano, Brumana: «Su via Menotti il sindaco ha sbagliato, ma può rimediare»

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LEGNANO – Continua anche fuori dal Consiglio comunale il “duello” tra il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, e il consigliere di opposizione Franco Brumana. A quest’ultimo non è andata giù la risposta data dal sindaco a una sua interrogazione sulla vendita all’asta del terreno della ex piattaforma ecologica nell’Oltrestazione (nella foto): anche se l’asta si terrà in settimana e sono già state presentate le offerte, per Brumana è ancora possibile bloccare la gara, a vantaggio delle casse comunali ed evitando una “colata di cemento” sull’area. Per il consigliere del Movimento dei Cittadini si tratta di «una storia assurda e inquietante, che ha rivelato fino a che punto era arrivato il malgoverno di una città. Il Comune – spiega – per sistemare il suo bilancio aveva escogitato una complessa e fantasiosa manovra, partita rendendo edificabile con la volumetria esagerata di 40.000 metri cubi un suo terreno tra viale Sabotino e via Menotti. Dopo averne aumentato in questo modo il valore, lo ha venduto a Legnano Patrimonio srl, cioè a sé stesso perché il Comune dispone dell’intero capitale di questa società. Con questa vendita ha potuto incassare una somma molto rilevante, che l’acquirente ha ottenuto con un mutuo contratto con la Banca di Legnano».

«Radice non dia lezioni e blocchi la gara»

Qualcuno la definirebbe “finanza creativa”. Fatto sta che quel terreno va ora all’asta indetta dalla stessa Legnano Patrimonio «perché questa società, com’era prevedibile, non è stata in grado di pagare le rate del mutuo. Ritenendo – prosegue Brumana – che si tratti di un’area strategica per la programmazione urbanistica e per il quartiere Mazzafame, che non può essere occupata da palazzoni, ho presentato una interrogazione chiedendo che il sindaco sospenda la gara, che il terreno venga liberato dall’eccessiva volumetria e infine che si avvii una trattativa con chi aveva acquisito il credito della banca per conseguire una definizione del debito con un pagamento ridotto a saldo e stralcio. Nel Consiglio comunale del 14 il sindaco ha risposto alla mia interrogazione, esordendo con l’infelice espressione “lei da buon avvocato può capire…”. Dal bando risulta che sino al momento dell’assegnazione è possibile revocare la gara pubblica, come afferma la giurisprudenza del Consiglio di Stato. Il sindaco quindi ha commesso un errore e si è rivelato imprudente nell’impartire una lezione giuridica, ma è ancora in tempo a porre rimedio, dando disposizione immediata al liquidatore della società di sospendere l’asta». L’unico danno per la società del Comune consisterebbe nel risarcimento delle spese connesse alla formulazione dell’offerta: «Somme ridicole e irrilevanti – commenta il consigliere civico – rispetto all’importanza economica complessiva dell’intera operazione e all’interesse urbanistico del terreno».

Altra interrogazione sui morosi delle case comunali

Brumana ha poi presentato un’altra interrogazione sulla morosità dei locatari delle case comunali. Secondo un recente articolo del “Giorno”, un inquilino su tre delle 370 abitazioni date in affitto dal Comune non solo era moroso nel pagamento del canone e degli oneri accessori, ma aveva anche rifiutato ogni accordo per rientrare dal suo debito: per queste morosità risultano dovuti al Comune da 146 inquilini ben 1.169.000 euro. «Con delibera di giunta del 28 dicembre 2016 – ricorda il legale legnanese – il Comune ha affidato “in house” la gestione del patrimonio di edilizia residenziale a Euro.Pa Service , che avrebbe dovuto provvedere da contratto a incassare i canoni di locazione e le spese condominiali, evidenziando i casi di morosità e provvedendo in via autonoma alle azioni giudiziarie. Euro.Pa ha atteso quattro anni per nominare un avvocato a cui affidare il recupero dei crediti: poiché il termine per il rinnovo eventuale del rapporto con Euro.PA scadrà il prossimo 1° dicembre, è urgente una valutazione sui risultati conseguiti che consenta di assumere con cognizione di causa la decisione del rinnovo o meno».

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