Legnano, nuovo colpo di scena: Lega ricorre contro decreto di Mattarella

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LEGNANO – La vicenda giudiziaria che ha investito Legnano si arricchisce di un altro, clamoroso capitolo: la Lega ha presentato ricorso al TAR del Lazio contro il decreto con cui lo scorso 30 luglio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto il Consiglio comunale cittadino, rinviando gli elettori alle urne. Il ricorso è stato presentato dall’avvocato Alessandro Dal Molin per conto di Floriana Fantini, componente del direttivo cittadino del Carroccio, dell’ex capogruppo in Consiglio comunale Federico Colombo, degli ex consiglieri Ernesto Bernasconi, Ornella Caimi, Stefano Carvelli e Davide Turcolin. Nell’atto si chiede «l’annullamento previa sospensiva» del DPR. A pochi giorni dall’apertura del processo penale contro l’ex sindaco Fratus, due assessori e altri amministratori pubblici legnanesi, la scena politica cittadina torna così a ingarbugliarsi anche sul piano della giustizia amministrativa.

I ricorrenti: «Consiglio sciolto sulla base di atti infondati e illegittimi»

Come si legge nel testo dell’ultimo ricorso, lungo 27 pagine e datato 11 ottobre, i soggetti istituzionali che hanno proceduto a sciogliere il Consiglio comunale, ovvero Presidenza della Repubblica, ministero dell’Interno (retto all’epoca dei fatti da Matteo Salvini), Prefettura di Milano e Presidenza del Consiglio dei ministri, avrebbero «disposto la sospensione e lo scioglimento del Consiglio in carenza di potere, ben oltre il quadro normativo vigente e contro di esso». In sostanza, a detta dei ricorrenti il Testo Unico degli Enti Locali (all’articolo 141) «non contempla affatto la causa di scioglimento invocata nel caso in esame»; pertanto, «il riferimento a tale norma nei provvedimenti impugnati si palesa del tutto erroneo». Il fulcro della questione sarebbe il fatto che le dimissioni della metà più uno dei consiglieri (in tutto, 13 su 24) non sono state contestuali. Anche le altre norme regolamentari cui fanno riferimento i provvedimenti impugnati, scrive l’avv. Dal Molin, «dovrebbero essere disapplicate o annullate in quanto del pari illegitime».

Una lunga battaglia legale non ancora conclusa

La notizia del ricorso piomba nel giorno in cui è stata pubblicata la delibera con cui il Comune ha deciso di costituirsi parte civile nel processo penale che si aprirà lunedì prossimo al Tribunale di Busto Arsizio. È ancora pendente l’accusa, per abuso di ufficio, a carico del difensore civico regionale, Carlo Lio, per il ruolo da lui ricoperto nella surroga, ovvero la sostituzione, del primo dei consiglieri comunali che con le loro dimissioni rese in tempi diversi fecero venire meno il numero legale nell’assemblea cittadina. Il leghista Mattia Rolfi, dimessosi per motivi personali, avrebbe dovuto cedere il posto al subentrante Alessandro Carnelli, permettendo al Consiglio di tornare operativo. L’intervento del difensore civico è stato però oggetto di contestazioni e di ricorsi, con una lunga battaglia legale. In luglio il TAR della Lombardia aveva accolto un ricorso, stavolta delle opposizioni, contro la surroga di Rolfi, ma la Lega si era appellata al Consiglio di Stato. Appello dichiarato «improcedibile» dai giudici amministrativi due mesi dopo. Motivo: nel frattempo il Consiglio comunale era già stato sciolto con decreto del Capo dello Stato. Tuttavia, la Lega non si è data per vinta neppure dopo il decreto presidenziale, il più alto atto amministrativo previsto dalla Costituzione, e ha deciso di impugnare anch’esso pur di mantenere in vita (ma a questo punto verrebbe da dire di resuscitare) il Consiglio cittadino, dove il centrodestra aveva la maggioranza.

Prime reazioni: «Lega vergognosa, fa di tutto per tenere la poltrona»

La notizia del ricorso leghista contro l’operato del Quirinale ha fatto rapidamente il giro del web, suscitando le prime reazioni. «Non vogliono staccarsi dalle poltrone – si legge sulla pagina Facebook del Comitato Legalità a Legnano –. Dopo il TAR e il Consiglio di Stato che hanno dato loro torto, oggi la Lega Legnano decide niente meno di impugnare il Decreto del Presidente della Repubblica e tutto questo è vergognoso». Sulla stessa linea il grillino Andrea Grattarola: «Qua gli unici pensieri della Lega sono le poltrone e come riprenderle. Vergogna». Per Beatrice Metta, coordinatrice del comitato Italia Viva per Legnano, «la nostra città non merita tutto questo. Lo dobbiamo alla storia e al valore della comunità che siamo stati e che vogliamo continuare ad essere».

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