Covid, l’immunologo Galli: «Un grande successo lo screening a Vanzaghello»

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VANZAGHELLO – «Un grande successo, con il 41% degli abitanti che hanno partecipato, e un risultato buonissimo: solo il 3,5% ha evidenziato la presenza di anticorpi dovuti al Covid. Una situazione assolutamente migliore del resto della Lombardia e paragonabile ad altre aree pochissimo colpite dal virus». Così Massimo Galli, primario del reparto malattie infettive all’ospedale “Luigi Sacco” di Milano, ha commentato mercoledì 14 ottobre, nella sala consiliare del Comune di Vanzaghello, i risultati dello screening di massa sul coronavirus eseguito lo scorso luglio qui, come in altri tre comuni lombardi. «Un patrimonio di conoscenze – ha sottolineato Galli – che altrimenti sarebbe andato disperso». È ancora presto, invece, per ricavare applicazioni, anche teoriche: «Voglio procedere con una comparazione statistica in base alle diverse classi di età per valutare le tendenze e la modalità di diffusione del virus, oltre a un confronto con i dati di Castiglione d’Adda (Lodi), Suisio (Bergamo), dove il virus è circolato prima che si sapesse della sua esistenza, e con Carpiano (Milano) dove, come a Vanzaghello, probabilmente qualche misura per contrastarne la diffusione era già in corso. Non escludo – ha aggiunto Galli – un secondo round, magari a primavera se le risorse lo consentiranno: sarebbe interessantissimo dal punto di vista scientifico».

«Una popolazione vergine. Ma state attenti»

vanzaghello covid galli screening risultatiIl sindaco Arconte Gatti ha rimarcato la «fondamentale collaborazione di tutti i cittadini che hanno aderito all’indagine con tamponi volontari e di coloro che hanno lavorato per la sua buona riuscita. L’obbiettivo è stato raggiunto». La singolarità di Vanzaghello, i cui abitanti sono risultati «vergini» (parola di Galli) nei confronti del virus, è confermata dalla bassissima incidenza di casi come di vittime (appena tre decessi: un paziente in Rsa, uno definito in condizioni critiche e un’altra persona anziana). «Dati – ha detto Galli – clamorosamente bassi se li consideriamo in proporzione agli altri luoghi presi in esame. Ma ancora più interessante è constatare che qui a luglio il virus non c’era più: su 161 tamponi, pari a circa il 2% della popolazione, abbiamo avuto zero positivi. Qui il virus è arrivato talmente poco, che avete preservato anche gli anziani. Un patrimonio di salute da salvare. Vi è andata molto bene all’altro giro – ha proseguito il primario del Sacco – ora c’è da sperare di non avere a Vanzaghello un “Covid.2”, visto che, come dicono a Milano, la situazione comincia a farsi piuttosto spessa».

«Quanti errori prima e durante l’estate»

vanzaghello covid galli screening risultatiSulla possibilità di una “seconda ondata” e di un altro lockdown, Galli non si è tirato indietro. «Siamo un po’ sotto pressione – ha ammesso – girando in reparto ho apprensione e l’impressione un déjà-vu che non vorrei avere. Un po’ meno lassismo e più attenzione della gente in estate ci avrebbe aiutato molto: bisognava capire che non era finita e che, a differenza di quello che ha detto qualcuno, il virus non ha perso mordente. Ora sappiamo gestirlo meglio della scorsa primavera, ma al di là delle balle che si sentono, la malattia ha solo un paio di farmaci per i casi gravi, zero per chi è a casa in quarantena. Insomma, dobbiamo stare attenti». Pericoli di ricadute? «Ci sono solo due casi provati al mondo, con sintomi modesti o assenti». Rischi di cronicità? «È un fatto che alcune persone fanno fatica a recuperare». Rimpianti su come si è intervenuti? «A 69 anni e uno dalla pensione, mai mi sarei aspettato di dover far fronte a una simile emergenza. Mi ero illuso che fosse come la Sars nel 2004, con 4 casi in tutta Italia, nessuno mortale. Isolata la Cina, ci siamo illusi che potessimo scampare. Il virus ha girato per un mese prima dell’allarme, dato che è arrivato in Italia il 25 gennaio. Avrebbe messo in ginocchio qualsiasi sistema sanitario a livello di prevenzione. Una lezione da imparare e su cui meditare». Rimproveri al sistema sanitario? «C’è stata grande confusione tra centro e periferia. E qualche errore madornale. Ma è difficile rimproverare al governo e alle Regioni le palesi insufficienze del sistema sanitario nazionale e territoriale, in pochi mesi non riempi quello che non hai fatto in vent’anni. Serviva maggiore fermezza, con tutto il rispetto per categorie penalizzate come quelle del turismo e del tempo libero. E la capienza dei mezzi di trasporto ridotta all’80%, mi dite su quale base scientifica è stata stabilita?». Soluzioni? «Sfoltire i ranghi con lo smart working e alternare 15 giorni a scuola e 15 a casa in Dad per gli studenti. Si tratta di problemi seri, è il momento di affrontarli».

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