Longobardi contro lo sgombero dei 7 senzatetto: «Not in my name Gallarate»

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GALLARATE – «Gallarate ha provveduto a sgomberare questi sette disperati dal loro tugurio per ributtarle in strada». Rocco Longobardi, capogruppo di minoranza per la lista civica Gallarate 9.9, prende posizione sullo sgombero avvenuto ieri nello stabile abbandonato di via Pastori. Un’azione di legalità su cui lui prende le distanze: «Not in my name Gallarate»

Uomini caduto in disgrazia

Maga gallarate longobardiLongobardi ricorda di esserci stato in quel posto qualche anno fa. «Ho visto la miseria, ho odorato la disperazione, ho ascoltato le storie di uomini caduti in disgrazia che non hanno trovato la forza di rialzarsi o una mano alla quale appoggiarsi. Uomini che fino ad un certo punto hanno avuto una vita così simile a quella di tutti da far riflettere su quanto possa essere facile perdersi. Persone oggi difficili, fastidiose, a volte aggressive».
Si tratta di sette senzatetto, sei uomini e una donna, che occupavano da tempo uno stabile abbandonato poco distante dall’ospedale.

La mensa dei veri poveri

Longobardi critica l’azione compiuta dalla polizia locale perché secondo lui il Comune sta facendo il forte con i deboli, ma il debole con i più forti. Lo sostiene facendo un parallelismo tra lo sgombero dei sette disperati e “Mensa dei poveri”, il terremoto giudiziario che ha portato in luce la nuova Tangentopoli gallaratese. «La nostra città – dice il consigliere di minoranza – di questi tempi affronta una crisi morale e politica senza precedenti, per la quale ancora non sono state spese sufficienti parole di biasimo, quella stessa Gallarate che oggi parla di legalità e rispetto delle regole. E lo fa sulla pelle di quattro disgraziati, italiani, nei confronti dei quali una società civile avrebbe il dovere di trovare soluzioni, per le quali i cittadini pagano le tasse».

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