LONATE POZZOLO – «La Lombardia è sotto tiro. Piccoli errori sono stati fatti, ma continuerò a metterci la faccia per Attilio Fontana e a sostenerlo. Il tempo sarà gentiluomo, e tra un anno vedremo chi ha avuto ragione». Marco Colombo, consigliere regionale della Lega, imprenditore e già sindaco di Sesto Calende, difende a spada tratta il presidente di Regione Lombardia nel corso dell’intervista su Malpensa24 web Tv. «Lo attaccavano quando diceva di mettere la mascherina, ma su molte scelte ha avuto ragione, come l’ospedale in fiera e certi provvedimenti di restrizione che forse non siamo riusciti a comunicare adeguatamente».
La Lega di governo
Colombo, che è da tre anni sugli scranni del Pirellone oltre ad essere tuttora capogruppo di maggioranza nella sua Sesto Calende, ha ricordato la sua esperienza diretta del Covid, in ospedale più di un anno fa, e ha parlato delle sfide della Lombardia, ma anche di quelle della Lega, che è ritornata al governo nazionale. «Non potevamo stare fuori, rappresentiamo il Nord produttivo – sostiene il consigliere regionale vicino a Giorgetti – magari nell’immediato la Lega perderà qualche punto percentuale, ma dimostrerà che il suo apporto a fianco di Draghi sarà determinante».
Lo sguardo alle amministrative
Non poteva mancare un passaggio dedicato al territorio. Con Marco Colombo che “promuove” il neo-commissario provinciale della Lega Stefano Gualandris: «Lui è il generale, noi eletti saremo i suoi soldati, al suo fianco per confermare la Lega partito di riferimento in provincia di Varese». E che dice la sua sulla sfida delle amministrative nelle tre grandi città del Varesotto: «Politicamente non sarebbe giusto per la Lega avere i tre sindaci di Varese, Busto e Gallarate, sarebbe uno strappo, ma noi gli uomini ce li abbiamo – la visione del consigliere regionale del Carroccio – Maroni riporterà Varese al centro della scena nazionale e la aiuterà. Cassani è stato un bravo sindaco e ha governato bene. Antonelli? Sindaco uscente non si cambia ma la Lega è pronta con i suoi amministratori e militanti, almeno 4-5 nomi all’altezza».
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