Delitto Malnate: Sergio Domenichini a processo. Già condannato il complice

Angelo Casoli, figlio della vittima, con l'avvocato di parte civile Andrea Boni in Tribunale a Varese

MALNATE – E’ stato rinviato a giudizio Sergio Domenichini, 67 anni, accusato di aver assassinato a scopo di rapina Carmela Fabozzi, 70, nel luglio dell’anno scorso. Domenichini affronterà la Corte d’Assise il prossimo 20 settembre.

Condannato il complice

Condannato a 1 anno e 4 mesi Antonio Crisafulli, accusato di favoreggiamento: avrebbe aiutato l’omicida nel liberarsi dei cellulari suo e della vittima e lo avrebbe accompagnato, ancora sporco di sangue, in un Compro oro a vendere la refurtiva. Per Crisafulli il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 8 mesi. Il gup Stefania Pepe ha invece quasi raddoppiato la pena. Crisafulli, difeso dall’avvocato Martina Zanzi, si è sempre detto innocente, anche nell’intervista rilasciata oggi, mercoledì 28 giugno, giorno della sentenza, prima che il giudice si pronunciasse.

La Corte d’Assise

Domenichini, dunque, il 20 settembre affronterà la Corte d’Assise rischiando potenzialmente l’ergastolo. Al 67enne vengono infatti contestate le aggravanti dei futili e abbietti motivi, della crudeltà e della minorata difesa. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Varese il presunto killer, che conosceva la vittima attraverso un’associazione di volontariato, avrebbe ucciso a scopo rapina Carmela Fabozzi tra le 9 e le 10 del mattino. L’arma del delitto è un vaso con il quale Domenichini avrebbe colpito alla testa Fabozzi sette volte infierendo sulla vittima quando ormai l donna era inerme a terra.

L’omicidio e l’alibi

Sarebbe quindi tornato a mezzogiorno chiedendo ai vicini della signora Fabozzi per crearsi un alibi. Crisafulli, dopo il delitto lo avrebbe accompagnato, ancor sporco del sangue della 70enne, prima buttare i cellulari della vittima nell’Olona e poi in un compro oro per vendere la refurtiva. Crisafulli, dopo aver dichiarato che a guidare l’auto è sempre stato Domenichini, ha detto di non averlo mai visto sporco di sangue. Dichiarazione contraria a quella del titolare del compro oro.

La rapina per le vacanze

Intascato un acconto di mille euro Domenichini sarebbe partito per una vacanza a Lignano Sabbiadoro. I soldi della rapina sarebbero dovuti servire proprio a pagare quel soggiorno.

Il dolore dei famigliari

Oggi il dolore e la tensione del figlio e della nipote della vittima erano tangibili, nonostante Domenichini non fosse presente. Rappresentati dagli avvocati Andrea Boni e Cosentino si sono costituiti parte civile. Una situazione difficile, complicata anche nei confronti del presunto complice Crisafulli. Come ha spiegato nell’intervista video l’avvocato Boni

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