Malpensa, la politica al tavolo di Farioli: posizioni diverse ma voglia di fare sistema

BUSTO ARSIZIO – Il futuro di Malpensa, tra Masterplan e piano d’area. Tante sfumature e posizioni diverse, ma accomunate dalla volontà di garantire lo sviluppo dell’aeroporto. È quello che emerso al tavolo dell’Officina delle Idee di Gigi Farioli nel convegno su Malpensa in un’affollata sala del camino di villa Calcaterra. Alla fine la vera notizia è che il tema Malpensa per una volta mette attorno ad un tavolo davvero tutti: rappresentanti di enti, associazioni, schieramenti diversi, che parlano a viso aperto, e in toni non troppo polemici, dello sviluppo dell’aeroporto internazionale che ha sede al centro della brughiera. E Farioli annuncia un clamoroso “bis”: dopo l’estate riproporrà lo stesso schema di confronto «sul tema della sanità e del nuovo ospedale», con il sindaco di Gallarate Andrea Cassani che, a poche ore dalla “chiusura” dell’Accordo di Programma, ha già dato l’ok “in diretta”.

Presenze trasversali

Al tavolo dei relatori ci sono la Lega con l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, il Pd con l’ex sindaco di Cardano al Campo Mario Aspesi (già nel Cda di Sea per volontà dell’allora sindaco di Milano Giuliano Pisapia), e il Terzo Polo con il chairman della serata Gigi Farioli, ma anche il mondo produttivo con la Camera di Commercio di Varese (il presidente Mauro Vitiello è in Francia ma ha consegnato al presidente dell’Officina delle Idee Franco Binaghi slide e considerazioni da diffondere). Tra il pubblico c’è praticamente tutto l’arco costituzionale, da destra (il neo-commissario di Fratelli d’Italia a Samarate Francesco Attolini) al M5S (Massimo Uboldi, in veste di portavoce di Unicomal). Ci sono sindaci di peso del Cuv – la presidente di turno Elena Carraro (Lonate Pozzolo) e Maurizio Colombo di Cardano al Campo, entrambi espressione del centrodestra, e Stefano Bellaria (Somma Lombardo), che è a capo di una coalizione civica di centrosinistra – e la vicepresidente della Provincia di Varese Valentina Verga (PD). Ci sono importanti rappresentanze della Lega, con il segretario provinciale e sindaco di Gallarate Andrea Cassani e l’ex deputato Matteo Bianchi, ma anche di Forza Italia, con il vice commissario provinciale Simone Longhini, e di Azione, con l’assessore di Galliate Lombardo Anna Agosti, il consigliere di Cairate Andrea Di Salvo e il referente di Gallarate Giacomo Cattaneo, ma anche la nuova associazione Concretamente con il suo fondatore Fabio Lunghi e il movimento Italia Liberale e Popolare con Luca Vergani. Oltre ad una nutrita e trasversale rappresentanza del consiglio comunale di Busto Arsizio: dalla presidente Laura Rogora (FI) ai consiglieri Orazio Tallarida (FI), Alessandro Albani e Simone Orsi (Lega), Maurizio Maggioni e Cinzia Berutti (PD), Gianluca Castiglioni (BaC) e Santo Cascio (Progetto in comune). Non manca il variegato fronte ambientalista, con l’ex assessore di Somma Lombardo Jimmy Pasin, il rappresentante del comitato Salviamo la Brughiera Daniele Porrini e la presidente di Legambiente Busto Paola Gandini, oltre ad Unicomal. E arrivano anche i saluti di Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, e dell’ex ministro Mariastella Gelmini, vicepresidente di Azione. Una mobilitazione trasversale mai vista.

Piano d’area

«Malpensa deve essere funzionale allo sviluppo complessivo dell’intero territorio» introduce la questione Gigi Farioli, non mancando di evidenziare che «l’aeroporto nacque 75 anni fa per lungimirante e folle intuizione di alcuni imprenditori bustocchi». Tocca all’avvocato amministrativista bustocco Antonio Chierichetti entrare nel tema caldo del Masterplan, ribadendo come il ministero abbia «cassato l’espansione della Cargo City perché l’area interessata è esclusa dal perimetro del sedime aeroportuale e sul territorio manca una pianificazione urbanistica di riferimento». Lettura che provocherà un acceso battibecco tra tecnici (l’unica scintilla della serata) con Pasin. Ma qui entra in gioco soprattutto la discussione sul piano d’area Malpensa, che in fondo mette tutti d’accordo, anche se Isabella Tovaglieri invoca «uno strumento di pianificazione più agile», mentre il sindaco Cassani preannuncia il suo orientamento favorevole alla mozione sul piano d’area presentata a Gallarate dalla consigliera di minoranza Sonia Serati. Una convergenza che stupisce il sindaco Bellaria: «Ora scopro tanta voglia di piano d’area, noi Comuni come Cuv lo richiedemmo ufficialmente nel 2018 ma non fu possibile avviarlo». E per Mario Aspesi, che parla di Malpensa come di una “Repubblica marinara” per il suo particolare assetto territoriale e amministrativo, «la Vas è fondamentale», per disegnare «lo sviluppo sostenibile dell’aeroporto, che deve essere compatibile con il Parco del Ticino».

Cargo City

Il futuro di Cargo City è l’unica vera questione che divide. Se Mario Aspesi rilancia la sua idea di destinare alla logistica «aree dismesse e capannoni in disuso sotto il volato», preservando così i boschi del Gaggio, mentre Jimmy Pasin ricorda che «con l’attuale assetto di Cargo City si arriva a un milione» di tonnellate di merci annue (obiettivo Sea per il 2035) ma anche che «Sea stessa ha detto che farà Cargo City dentro il sedime», Andrea Cassani non le manda a dire: «La decisione su un’opera strategica che muove il 65% delle merci del Paese non può essere demandata a uno di Roma che non c’è mai stato e che non sa nemmeno scrivere correttamente Lonate Pozzolo. Parliamo di un’area che è definita per l’80% brughiera degradata e habitat di un uccello chiamato succiacapre: ora, con tutto il rispetto per il succiacapre e per il potere che può avere sulle persone, rinunciare allo sviluppo della più grande azienda del territorio è assurdo. E la politica, sentiti i pareri tecnici, deve fare la sua parte». Probabilmente la farà, visto che il ministro Giancarlo Giorgetti sta definendo un decreto “salva-Cargo City”.

Il dibattito

I leghisti si schierano apertamente per Malpensa. «Dobbiamo anche essere onesti – afferma Isabella Tovaglieri – lo sviluppo di Cargo City, proprio il cargo che ha salvato Malpensa negli anni bui del Covid, è stato fortemente ostacolato da una parte del territorio. L’ideologia rischia di ridimensionare Malpensa: la valutazione politica deve contemperare l’aspetto ambientale ma anche lo sviluppo economico, sociale e occupazionale. È il nostro porto a cielo aperto: la sua specificità va riconosciuta, anche con la Zes». E Matteo Bianchi ammonisce: «La politica romana vede Malpensa come un pericolo, se non la difendiamo noi non la difende nessuno». E se Valentina Verga rivendica la «scelta lungimirante» della Provincia sul rinvio del Sic, Fabio Lunghi chiede alla politica «lungimiranza e concretezza. Serve una visione d’insieme altrimenti subiremo le decisioni». A mettere un po’ ordine alla fine è Stefano Bellaria, che dalla sua Somma Lombardo tratta di Malpensa tutti i giorni ormai da anni: «Non ripartiamo da zero. C’è un Masterplan approvato: da lì si parte, oggi una possibilità di sviluppo c’è. E c’è un accordo territoriale tra Somma, Lonate, Ferno, Provincia e Regione sulle aree delocalizzate che prevede già interventi precisi, come l’Academy a Case Nuove. Noi sindaci del Cuv proposte concrete ne abbiamo fatte: penso alla Zes e alla Zls, per recuperare le aree dismesse del territorio, con un accordo di programma».

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