Samarate, Maja: «Sono un mostro». La suocera: «Ha massacrato mia figlia»

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SAMARATE – Sussurra e grida di Alessandro Maja durante il trasferimento dall’ospedale al carcere di Monza dopo la dimissione di questa mattina. Una sola parola quella che il professionista di 58 anni accusato dell’omicidio della moglie, Stefania Pivetta, 56anni, e della figlia, Giulia, di 16 anni, oltre che del tentato omicidio del figlio maggiore Nicolò, 23 anni, avrebbe pronunciato: “Mostro. Sono un mostro“. Lo riporta il Corriere della Sera.

Le scuse alla figlia e la premeditazione

Alessandro Maja ultimamente era cambiato. Era diventato taciturno: “Parlava poco, era molto riservato. Non ci ha mai detto esattamente da cosa derivasse questo suo malessere”. Lo ha detto Giulio Pivetta, padre di Stefania, moglie di Maja, uccisa a Samarate con la figlia Giulia, 16 anni, davanti alle telecamere di Pomeriggio Cinque, in diretta con Barbara D’Urso. Il padre della 56enne, che ha negato il movente economico e quello di una possibile separazione, in realtà ha detto una sola cosa rilevante: “Il giorno prima – ha spiegato – Ho accompagnato mia nipote Giulia a tennis, Stefania era a Milano con Alessandro. Lei mi ha detto: Nonno questa notte è successa una cosa strana. Papà si è seduto sul mio letto e mi ha chiesto scusa“. Giulio Pivetta ha poi aggiunto: “Il giorno dopo è successo tutto”. Il particolare andrebbe a costituire un tassello importante per contestare a Maja l’aggravante della premeditazione.

Deve pagare sino in fondo

Non ha parole, invece, Ines Lusto che di Stefania Pivetta è la madre. “Vi rendete conto di quello che mi hanno fatto? – dice con tono comprensibilmente secco dal citofono della sua abitazione di Cassano Magnago – Io sono la mamma di Stefania: me l’ha massacrata. Non voglio parlare di questo”. Ieri ai microfoni del Tgr Mirko Pivetta, fratello di Stefania aveva sintetizzato tutto il dolore per l’orrore di via Torino. Anche lui ha usato la parola mostro: “Adesso so che è un mostro – ha detto riferendosi al cognato – Spero che paghi sino in fondo per quello che ha fatto“.

Come si fa ad uccidere una figlia

La crudeltà dell’accaduto la riassume una cugina della madre della 56enne raggiunta telefonicamente a Crenna: “Ieri so che a mia cugina hanno suonato i carabinieri con l’ambulanza, per darle la notizia, pronti a portarla via se si fosse sentita male, non oso immaginare. Stefania aveva un anno in più di mio figlio, ci vedevamo poco ma agli anniversari sì, sempre”, ha proseguito. “La ricordo bambina, allegra come tutti i nostri figli”. “Come si fa a uccidere una figlia di 16 anni, e il ragazzo, speriamo che qualcosa cambi”, ha aggiunto con la voce rotta dal pianto.

Forza Nicolò

“Oggi è un giorno di silenzio. Ho una città triste, le persone si portano dietro il dolore – commenta il sindaco di Samarate Enrico Puricelli – Qualche giorno prima dei funerali, quando ci verrà comunicata una data, organizzeremo un rosario per ricordare Stefania e Giulia. Ma soprattutto per dare forza a Nicolò, perché ce la deve fare“.

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