Giulia, uccisa prima dalle bugie. Cronistoria del delitto di Senago

SENAGO – Il corpo senza vita della compagna, che portava in grembo suo figlio, abbandonato nella vasca da bagno di casa, mentre lui rispondeva ai messaggi dei genitori di lei, alle amiche, per poi presentarsi sotto casa dell’altra giovane con cui aveva avuto una relazione, cercando di farsi aprire la porta. “Sono libero, se ne è andata, il figlio non è mio“, le ha detto. Sembrerebbe la sceneggiatura di un film dell’orrore, invece è realtà. Anzi, una piccola parte della indicibile messa in scena ordita da Alessandro Imposimato, 30 anni, in carcere per l’omicidio di Giulia Tramontano, 29 anni di gioia e fermezza, incinta di sette mesi, sabato sera a Senago.

Giulia Tramontano 29 anni

L’incontro con la collega e le bugie per screditare Giulia

Emerge dalle carte come Imposimato abbia messo in piedi un castello di fango e bugie, pur di convincere la nuova collega di lavoro con cui aveva intrapreso una relazione parallela, nel luglio dello scorso anno, che la sua storia e la convivenza con Giulia fossero al capolinea. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Milano, della dolce e determinata giovane partenopea, Imposimato aveva raccontato di problemi di instabilità mentale inesistenti, persino per giustificare un viaggio fatto all’estero poco tempo fa, affermando con forza che il figlio che portava in grembo non fosse il suo.

Giulia Tramontano

Il castello che crolla, il delitto e il falso test del DNA

Lo scorso aprile, per tentare di portare avanti la sua rete di falsità, Imposimato presenta alla collega un test del DNA falso, per affermare che il figlio che Giulia porta in grembo non è suo, raccontando anche di starle vicino solo perché lei “è instabile e ha manifestato intenzioni suicide“. La giovane non gli crede, chiude la relazione, probabilmente capisce che qualcosa non va. A inizio settimana scorsa le bugie sono venute tutte a galla. Giulia si presenta per un chiarimento a Milano, sabato, dove a chiederle di parlare è l’altra giovane con cui il 30 enne ha avuto una storia fingendo di aver chiuso quella con lei. Lui, schiacciato dalle sue stesse menzogne, si defila dal confronto. Le due giovani parlano, si confrontano, capiscono di essere state entrambe prese in giro e tradite. Giulia è delusa e arrabbiata, comprensibilmente, l’altra giovane è più calma, sospettosa, si offre di aiutarla e decidono di restare in contatto.

L’omicidio e le ricerche online

Tramontano torna a casa, quella che lei afferma con forza sia casa sua, come scrive in un messaggio a Imposimato, mentre sta rientrando. Quando arriva a Senago i due hanno una lite e quello che accade dopo è stato straziante. Lui la accoltella, la uccide. Poi adagia il corpo nella vasca da bagno e tenta di liberarsene con alcol e fuoco. In quelle stesse ore la collega ed ex “amante” inconsapevole con cui Giulia si era incontrata, continua a scriverle, le chiede come sta. Emergerà poi che è Imposimato a rispondere ai messaggi, perché la 29 enne è già morta. La donna si insospettisce, lo videochiama e gli chiede di mostrarle Giulia che dorme nel suo letto, ma lui inquadra una stanza vuota. A quel punto la ragazza contatta sui social media la sorella di Giulia, della quale Imposimato non ha voluto darle il recapito telefonico. Sul suo cellulare, poi analizzato dagli inquirenti, le ricerche fatte sono agghiaccianti. “Stasi Bollate“, “rimuovere macchie vasca” e una serie di tragitti di mezzi pubblici. È ormai notte, Imposimato monta in auto, si sposta forse con i mezzi, fino ad arrivare a casa dell’altra donna, alla quale dice “sono libero, lei se ne è andata“. La ragazza però non lo lascia neppure entrare in casa e lo manda via.

I messaggi dal cellulare di Giulia, le tracce e la confessione

I messaggi ricevuti da amiche, colleghe e dai familiari di Giulia, sabato sera, almeno in parte sarebbero stati mandati da Imposimato. Lo ha ammesso lui durante l’interrogatorio durato oltre otto ore. Mentre tentava di sorreggere il suo traballante circo di verità malvestite, i carabinieri scoprono tracce di sangue in casa della coppia, sull’auto del 30 enne, sulle scale. Alla fine lui crolla, e racconta la sua verità. Indica il punto nel quale ha nascosto il corpo di Giulia, in una intercapedine tra una serie di box e della vegetazione, a 600 metri da casa loro, sempre a Senago. Poi dice di aver “finito” Giulia, “per non farla soffrire“, dopo che lei (secondo il suo racconto) si sarebbe ferita volontariamente da sola con un coltello, mentre tagliava i pomodori. Una versione che le perizie, probabilmente, faranno a pezzi. Imposimato si trova ora in carcere, con l’accusa di omicidio volontario aggravato e provocata interruzione di gravidanza. Non è escluso che gli venga contestata anche la premeditazione.

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