Sesto, dopo il voltafaccia di D’Onofrio FdI punta a ricucire lo strappo nel centrodestra

SESTO CALENDE – Male la prima, naufragata la seconda, buona la terza. Ora la prova del nove: l’ingresso nella politica di Sesto Calende. Dopo i tentativi falliti di creare un circolo stabile e duraturo, ora Fratelli d’Italia si rimbocca le maniche, vuole contare. Dal 2019 – quando la maggioranza di centrodestra fu eletta a governo della città – a oggi, il partito di Giorgia Meloni ha infatti avuto un ruolo marginale. Per diversi motivi, su tutti un gruppo inizialmente non abbastanza solido per costruire qualcosa. Ora c’é? «Ora c’è», dice il presidente Cesare Zacchetti. Il primo passo è rendere nota la sua linea politica, partendo dai quattro temi più attuali: il futuro del mercato, la Nuova Marna, la nascita di un luogo di culto islamico e le manutenzioni del Ponte di Ferro. Tra commenti, sensazioni, frecciate e progetti.

Il mercato «in centro»

Di certo, stabilire dove sarà il mercato è uno dei nodi da sciogliere. Da due anni si parla di referendum per coinvolgere cittadini e ambulanti sulla decisione finale. Se le bancarelle saranno in centro o in via Lombardia è ancora tutta da vedere e lo deciderà un referendum che forse si celebrerà a ottobre. L’idea di Zacchetti: «Il mercato è un’istituzione che dall’oggi al domani abbiamo trovato fuori dal centro. Credo che lo strumento migliore per una scelta definitiva sia quello più democratico: la consultazione, i sestesi meritano di dire la loro». Che è ciò che tutti si aspettano. A distanza di tempo però che è successo? «Se fossimo in giunta, la faremmo il prossimo autunno perché sembra il momento giusto. E ora non abbiamo abbastanza dati per capire quali siano i motivi che hanno causato i ritardi». Una cosa è certa: «Il mercato dovrebbe tornare in centro».

Il Ponte di ferro e l’alta stagione

Anche il Ponte di Ferro è al centro dell’attenzione. I lavori di manutenzione che stanno per partire obbligano a rivedere temporaneamente la viabilità, tanto che il sindaco ha scritto ad Autostrade per l’Italia per chiedere la sospensione del pagamento ai caselli tra Sesto e Castelletto. Così Zacchetti: «Avrei provato un momento dell’anno differente per i cantieri, magari quando si creano meno disagi rispetto a quelli causati dall’alta stagione». Tra pendolari e turisti, infatti, l’affluenza è alta. «A livello logistico sarà un problema. Ho raccolto le preoccupazioni dei commercianti: i tempi per raggiungere Sesto si allungheranno e il rischio è che molti clienti rinuncino a scegliere le nostre attività». Insomma, «farlo ora è un ulteriore trauma per chi ha avuto problemi durante la pandemia».

Dalla moschea alla Nuova Marna

Sesto è divisa sulla moschea, si sa. Il piano per il nuovo luogo di culto islamico prende forma – anche se la giunta è sempre stata contraria – dopo la cocente sconfitta del Comune al Consiglio di Stato. «Noi non c’eravamo quando sono state gestite le questioni legali», premette il presidente di FdI. «Non conosciamo gli eventi in maniera dettagliata per dire se qualcosa è stato sbagliato in passato». E quindi sceglie la via di mezzo, nel senso che «la base è: se qualcosa si può fare perché ci sono i presupposti di ordine pubblico e di finanziamento, allora si fa. Altrimenti no». La difficoltà, dice, è un’altra: «Sarà problematico per la maggioranza gestire questo fatto con il pubblico, perché hanno sempre ribadito che non si sarebbe realizzata. Ora la realtà è diversa».
A chiudere, la Nuova Marna. E non ci sono dubbi: «È vitale. Parlo da canoista, non vedo l’ora che la sede torni in centro, perché ci sono realtà che sono il valore aggiunto di Sesto. Ci sono stati ritardi e i motivi possono essere molti. Ma ora mi auguro solo che i lavori finiscano in fretta. È un’esigenza».

Sesto oggi. E domani?

Oggi, nessuno del gruppo siede in consiglio comunale. Ma nel 2019, fra i partiti di un centrodestra fresco di vittoria alle Amministrative, c’era anche FdI tra le fila. Era l’assessore Claudia D’Onofrio a indossarne la casacca. Quasi subito, però, decise di cambiare simbolo, preferendo Lombardia Ideale (poi, nuovamente messo da parte per scegliere la Lega, il partito in cui milita attualmente). Ai tempi, la reazione dei Fratelli fu di «rammarico», ricorda Zacchetti. «Sia a livello locale che provinciale si era puntato molto su di lei». Questo potrebbe portare a scegliere la via dell’opposizione, sia ora che in vista della tornata elettorale del 2024. Invece no: «Vogliamo cominciare un percorso comune, con spirito collaborativo». I contatti col sindaco («una bella persona, onesta e per questo spesso esposto ad attacchi e divisioni») ci sono già e «se anche i vertici saranno d’accordo, proveremo a sederci per parlare dei prossimi temi insieme. E attuare le linee programmatiche che servono alla gente. Voglio fare da garante per il mio partito». Superato il passato, quindi, si lavora al presente e si guarda al futuro. Cosa succederà? «Magari correremo ancora insieme».

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