Lucchetti al campo di Somma, Piantanida assicura: «Solo colpa del Covid»

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SOMMA LOMBARDO – «Sono perplesso: c’è chi mi parla di buon senso e poi propone come soluzione solo un cartello. Noi ci abbiamo messo la testa e abbiamo organizzato un sistema preciso che può essere sempre perfezionato». Botta e risposta. Ora tocca a Edoardo Piantanida Chiesa, assessore allo Sport a Somma Lombardo, replicare al capogruppo leghista Alberto Barcaro. E dire la sua sul metodo di riapertura del campetto da basket di via Paradiso. A partire dalla questione vicinato: «Escludo a priori che le nostre scelte siano legate alle lamentele dei residenti», spergiura. Sottolineando che la stessa decisione non è ricaduta sugli altri campetti per «una questione di conformazione degli spazi: lì non era possibile regolamentare gli accessi». Non solo, l’assessore approfitta dell’occasione per fare un salto nel passato, quando l’assessorato ai Lavori pubblici era in mano a Barcaro. Dal campetto di basket a quello di calcio in via Murè, fino allo stato dello Skatepark: «Ai tempi sì che non era stato utilizzato il buon senso».

Il campo di via Paradiso

Edoardo Piantanida ChiesaIl punto di partenza è il tema del momento. Il campetto da basket è regolamentato per via delle lamentele del vicinato? Piantanida Chiesa conferma la sua posizione: «No, gli accorgimenti sono stati già fatti per limitare il rumore. Abbiamo realizzato terreno, tabelloni e balaustre fonoassorbenti». A suo dire l’obiettivo è un altro, legato alle norme anti-Covid e a prevenire forme di vandalismo. «Vogliamo sperimentare un nuovo sistema, utile per tracciare chi usa la struttura, un luogo chiuso in cui non è difficile assembrarsi». In questo senso, la soluzione del cartello avanzata da Barcaro «mi fa specie», dice. «Il suo buon senso suggerirebbe solo di fare una segnalazione alla prefettura nel caso non venissero rispettate le regole imposte. E non di agire in un’ottica di collaborazione, magari informando in Comune: questo è il modus operandi che in passato è già stato utilizzato». E ancora: «I controlli a random non basterebbero e sappiamo tutti che solo un cartello non risolverebbe il problema». Si tratta comunque di un sistema provvisorio, quello di definire gli orari di gioco: «Si tratta di un’idea che può sempre essere perfezionata. A fine luglio faremo un quadro delle difficoltà nelle prenotazioni, quanta gente l’ha sfruttato e le varie complicazioni. Da qui amplieremo l’orario e apriremo anche la mattina e gli altri giorni».

Gli altri parchi

E per gli altri campetti da basket presenti a Somma? «Non abbiamo fatto nessuna regolamentazione perché la conformazione degli spazi non lo permette». I riferimenti vanno al parco di corso Europa e di Mezzana, in via Beltramolli, «sono pubblici e quindi è difficile aprirli e contemporaneamente evitare che i campi non vengano utilizzati. Delimitarli non è possibile». Inoltre si parla di «aree più ampie, senza balaustre che limitano gli spazi». Lo stesso vale per il campo da calcio in via Marconi, «dove c’è anche la pista d’atletica e dove non è possibile segnare il rettangolo di gioco. In più, ogni sera passa una guarda giurata che alle 11 libera la zona».

Un tuffo nel passato

Piantanida Chiesa coglie l’occasione per recuperare una serie di episodi che risalgono a quando Barcaro era assessore ai Lavori Pubblici. «Quando il campetto di via Paradiso è stato realizzato, non erano state fatte né balaustre né reti pe contenere i palloni ed evitare che andassero in strada». Oppure il campo da calcio che è stato costruito in fondo a via Murè, «che aveva le piante  in mezzo al terreno di gioco». E ancora: lo Skatepark «è stato abbandonato a marcire». Un modo per dire che «sono lavori che sono stati fatti senza metterci al testa. Noi abbiamo lavorato bene e abbiamo preferito regolamentare per poi trarre delle conclusioni». E conclude: «D’altronde si parla di chi ha presentato una mozione per titolare un parco a Falcone e Borsellino, senza sapere che la Lega era parte della maggioranza che, nel 2006, lo ha già fatto ».

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