In provincia di Varese il centrodestra c’è, ma anche no

centrodestra somma lega fratelli
C'era una volta il centrodestra unito a Varese. C'è ancora?

Lo strappo di Fratelli d’Italia a Somma Lombardo fa seguito al disastroso esito delle trattative nel centrodestra a Luino e Origgio, dove Lega e partito di Giorgia Meloni correranno divisi alle urne di settembre, e arriva nel mezzo dei tesi rapporti dello stesso schieramento a Saronno, dove non sono ancora esclusi colpi di scena. L’implosione dell’alleanza nei principali centri del Varesotto, chiamati alle urne a fine estate, ha certamente motivazioni locali, che derivano da personalismi e difficoltà di dialogo per motivi più o meno noti, comunque da ricondurre alle singole situazioni. Allo stesso tempo rivela quale sia la reale solidità del centrodestra nonostante gli appelli all’unità e le tranquillizzanti e reiterate dichiarazioni delle segreterie provinciali rispetto all’integrità della compagine. I fatti smentiscono le intenzioni, non c’è dubbio. E aprono a un futuro politico che trabocca di incognite rispetto alla consistenza dei partiti di maggioranza in provincia di Varese.

Al di là delle spiegazioni che vengono e verranno fornite a seguito delle decisioni di sganciarsi dall’alleanza, spiegazioni che differiscono da città a città e dalle responsabilità di ciascun gruppo, sullo sfondo fanno capolino le velleità che i sondaggi, ora favorevoli a Fratelli d’Italia ora alla Lega, alimentano con prospettive tutte da verificare e con altrettante aspettative che inducono a tentare corse solitarie per la conquista dei municipi. Per dirla in un altro modo, qualcuno ha una visione falsata del contesto politico che lo circonda. C’è da domandarsi quale sia il ruolo di chi comanda in provincia, se le segreterie subiscano diktat locali o se, molto più facilmente, li favoriscono con lo sguardo su quanto potrebbe accadere tra un anno, quando si voterà a Varese, Busto Arsizio e Gallarate.

L’impressione è che le imminenti elezioni di settembre fungano da controprova per il futuro, che si voglia, cioè, saggiare il terreno, misurare i pesi interni per prepararsi agli scontri più importanti. Con in mezzo, entro fine anno, le elezioni di secondo livello a Villa Recalcati. Non è un mistero che molti leghisti, spalleggiati in questo da ciò che rimane di Forza Italia, vorrebbero dare il benservito al presidente Emanuele Antonelli, di recente passato in Fratelli d’Italia. Nessuno lo confermerà mai pubblicamente, ma soltanto i gonzi evitano di percepire l’aria che tira. Ed è un’aria che va in scia al venticello degli appuntamenti locali con le urne, una brezza che rimette in discussione anni di collaborazione a centrodestra e rilancia appunto le singole velleità di potere. Per di più con un materiale operativo che, senza generalizzare, non sembra affatto di primissimo livello.

Detto questo, la battaglia è sulla leadership dello stesso centrodestra: fuori gioco i berlusconiani, che si dibattono tra scelte consolidate e innaturali spinte verso il centrosinitra, in campo ci sono i “fratelli” e i leghisti. I primi che vorrebbero prendere tutto (qualcuno di loro ha addirittura rivendicato i candidati sindaco del capoluogo, di Busto e Gallarate!); i secondi tesi a proteggere rendite di posizione legittimamente conquistate col consenso degli elettori. Quello che si profila è un match senza esclusioni di colpi, a suo modo suicida se non fosse che dall’altra parte, a sinistra, ci sono partiti sonnecchianti, privi di una vera strategia, incapaci e di unirsi e di sfruttare l’occasione. Un sonno collettivo che, per paradosso, finisce per portare acqua a un centrodestra litigioso, oggi prigioniero di sé stesso e, anche per questo, vulnerabile.

centrodestra somma lega fratelli – MALPENSA24