Il prevosto di Somma: «Sono amareggiato. Il Comune ci ripensi su Sant’Antonino»

Somma sant’antonino don Basilio

SOMMA LOMBARDO – Il prevosto di Somma Lombardo, don Basilio Mascetti, si dice «amareggiato» e «in grande difficoltà». Mostra le carte attraverso cui il Comune di Somma Lombardo da due anni ha chiesto a più riprese di vendere la chiesa sconsacrata di Sant’Antonino, facendola rientrare come perequazione all’interno del Piano attuativo in Variante al Pgt del Secondo Mona. Ma ora che mancava soltanto il voto in consiglio comunale, la maggioranza (Pd, Somma al Centro, Somma civica e Sinistra per Somma) si è tirata indietro. Complicando non soltanto l’iter autorizzativo per l’ampliamento di una delle più importanti aziende della città, ma «creando anche un danno economico alla parrocchia». 

Carta canta 

Don Basilio ricorda che i primi contatti con il Comune per la vendita di Sant’Antonino (da trasformare in sala civica), risalgono al 2018, ma quella volta «andò buca» per i costi troppo alti dell’operazione. Due anni dopo invece lo scenario cambiò completamente, quando venne proposto di inserirla all’interno del Piano del Secondo Mona. Il sacerdote non soltanto sostiene di aver avuto rassicurazioni verbali da Palazzo Viani Visconti, ma ci sono anche documenti ufficiali che provano quanto dice. «Carta canta: il primo documento protocollato è di novembre 2020. E ancora lo scorso gennaio, in una comunicazione inviata al Secondo Mona e firmata dal dirigente del Comune, veniva confermata la cessione della chiesa (guarda la foto in basso)». 

E quindi? «Mi sono fidato, ero sicuro. Ho allora cominciato a mettere in atto tutte le attività tecniche e burocratiche per compiere i vari passaggi in Curia, in Soprintendenza e al Ministero dei Beni Culturali. Mi sono dovuto avvalere di professionisti e come parrocchia abbiamo speso parecchi soldi». Ma non è tutto. Continua don Basilio: «Certo di incamerare risorse con Sant’Antonino, ho dato l’incarico per il restauro di Santo Stefano, che cade a pezzi. La vendita serviva proprio a finanziare il primo lotto di questi interventi, che non sono più differibili. E ora non hanno più la copertura finanziaria che ci era stata assicurata». 

La verità dal pulpito

Il responsabile della comunità pastorale “Maria, Madre presso la Croce” spera di poter avere un confronto con la maggioranza, che finora non c’è stato; ma soprattutto confida in un ripensamento. «Mi auguro che non sia l’ultima parola. Spero prevalga il bene della comunità e la salvaguardia dei suoi edifici storici». Nel frattempo non può più tacere. «La gente deve sapere cosa sta succedendo. Qualcosa dal pulpito dovrò dire, perché non avevamo avuto soltanto garanzie di poter avere i soldi che ci servono per il restauro di Santo Stefano. Nel frattempo ci hanno anche fatto spendere un sacco di denari che avremmo potuto dirottare altrove, creando un danno a tutta la nostra comunità». 

Somma sant’antonino don Basilio – MALPENSA24