Stazioni meteo e gestione forestale: l’Alto Verbano risponde al clima che cambia

RANCIO VALCUVIA – Interventi di adattamento e mitigazione, da nuovi modelli di gestione forestale condivisa al posizionamento di stazioni di monitoraggio meteo: la Comunità Montana Valli del Verbano risponde all’emergenza del clima che cambia con 29 azioni che saranno sviluppate da qui al 2026. Le attività rientrano in “Bosco Clima”, progetto che entra ora nella fase operativa. Oggi pomeriggio, giovedì 6 luglio, la presentazione nel dettaglio degli interventi agli amministratori comunali del territorio presso la sala consiliare di Rancio Valcuvia.

Cambio di passo

Ad accogliere i sindaci e tecnici comunali il vicepresidente dell’ente montano Marco Fazio (nel video qui sopra l’intervista). «È una risposta concreta alle ripercussioni dei cambiamenti climatici nei nostri territori – ha detto – c’è una logica in questo progetto di salvaguardia e rilancio anche da un punto di vista economico che si sposa con le linee che già da tempo la Comunità montana sta adottando». Una visione che non si vuole limitare alle azioni che verranno messe in campo, ma vuole costituire una base per le politiche future. «Può essere l’occasione per un cambio di passo per un’operatività sempre maggiore».

Risposta agli eventi calamitosi

Ad illustrare il progetto Sibiana Oneto e Federico Pianezza del settore Agricoltura e foreste di Comunità montana Valli del Verbano, prima di lasciare poi spazio alle realtà partner di “Bosco Clima”, che vede coinvolti anche Parco Campo dei Fiori, Università dell’Insubria, Centro Geofisico Prealpino, Lipu e Cast Ong. Quasi 4 milioni e mezzo l’importo complessivo degli interventi, con un contributo di 1 milione e 790mila euro da parte di Fondazione Cariplo e la restante parte coperta da co-finanziamenti degli enti partner, di cui oltre 2 milioni da parte dell’ente montano con sede a Luino. Gli interventi riguarderanno 26 comuni per circa 48mila abitanti, su una superficie di circa 13.800 ettari. L’obiettivo principale è quello di preservare il territorio dai rischi derivanti dal clima che cambia, dopo che dal 2020 al 2022 nell’area si sono verificati numerosi eventi catastrofici: 37 casi di allagamento, 35 eventi franosi e 16 incendi boschivi.

Ripristinare e tutelare

Le 29 azioni hanno l’obiettivo di rinforzare le difese dell’ambiente prealpino, non solo con opere di ripristino, tra cui ad esempio 700 ettari di piantumazioni di conifere, ma anche con interventi di protezione del bosco e della fauna che lo abita. Alcune azioni coinvolgeranno tutto il territorio, altre invece singoli comuni, come ad esempio gli interventi di laminazione lungo l’asta del Boesio o la messa in sicurezza di torrenti sul versante sud del Campo dei Fiori. Prevista la sperimentazione della gestione forestale condivisa, come sta già avvenendo a Luvinate con Asfo Valli delle Sorgenti (presente oggi ad illustrare le attività il sindaco Alessandro Boriani), ma anche studi di fattibilità per comunità energetiche e filiera della biomassa e uno “sportello energia” mobile.

10 centraline meteo

Tra le 29 azioni che saranno realizzate spicca la realizzazione di una rete per il monitoraggio meteo climatico, con l’installazione di 10 nuove centraline e l’aggiornamento di tre stazioni già esistenti. L’obiettivo è studiare le tendenze climatiche per valutare l’impatto sull’evoluzione del bosco e misurare i principali indicatori climatici. Ma le centraline saranno utili anche per monitoraggio in tempo reale di eventi estremi per supporto alla Protezione civile e avranno un’interfaccia web per l’accesso pubblico ai dati. Prevista inoltre anche la costituzione di un centro studi sui cambiamenti climatici e sulla gestione ambientale resiliente.