Varese, lo Schiaparelli: «Non illuminate le Tre Croci al Campo dei Fiori»

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VARESE – Niente luci in cima alla montagna: la Società Astronomica Schiaparelli dice no al progetto di illuminazione delle Tre Croci del Campo dei Fiori. Con un post online il centro divulgativo di scienze naturali, fondato nel 1956 da Salvatore Furia, si schiera contro la proposta, che da qualche tempo corre sui social.

Interruttore spento

L’idea promossa dal gruppo Facebook “La Varese nascosta”, che ha lanciato la suggestione ai varesini, ha accolto numerosi riscontri positivi. Ma la posizione della Società Schiaparelli è diametralmente opposta. «I promotori – così inizia il messaggio – vorrebbero rendere queste tre grandi croci di cemento ben visibili dalla città, ritenendo così di valorizzare le stesse croci e il paesaggio. Permetteteci di dire che non siamo d’accordo». A firmare la presa di posizione è Chiara Cattaneo, che parla a nome dell’associazione scientifica che dagli anni Sessanta si occupa della gestione dell’Osservatorio astronomico costruito in vetta al Campo dei Fiori.

Contro l’inquinamento luminoso

Una realtà di cui Cattaneo racconta passato e presente, spiegando il ruolo che tale struttura riveste per la città.  «L’Osservatorio ancora oggi è animato da decine e decine di giovani. Ogni giorno siamo impegnati nel far comprendere l’importanza della tutela dei luoghi naturali, siano essi in terra che nel cielo». Un percorso che è sempre stato in difesa della natura: nel 2000 la Società Schiaparelli fu tra le realtà che maggiormente sostennero l’entrata in vigore di una legge regionale per limitare l’inquinamento luminoso. «Tale legge è a oggi una delle migliori al mondo, ed è stata presa come spunto da molti altri paesi – spiega Chiara Cattaneo – illuminiamo a dovere le strade e i luoghi che realmente lo necessitano; ma non sovra-illuminiamo, e non puntiamo luci verso l’alto. Aboliamo lo spreco, e preserviamo la notte, essenziale per tutti gli esseri viventi».

Illuminare la notte viene visto come una forzatura dannosa, che recherebbe danni tanto alle piante quanto agli animali, soprattutto quelli notturni. Ecco perché l’opinione dell’ente scientifico varesino non può che essere contraria a questo progetto. «Ci chiediamo – si conclude la nota – se è veramente opportuno illuminare tre croci su una montagna, al limitare del bosco. Per i nostri valori, per la nostra storia e il nostro impegno crediamo sia meglio impegnarci a rispettare la natura, i suoi luoghi, i suoi silenzi e i suoi colori che sfumano ogni sera nel nero della notte, così come è sempre stato sul pianeta Terra».