Violenza sessuale, Salvini e Cecchetti: «Uomini in divisa sui treni»

Varese violenza sessuale salvini

VARESE – L’arresto dei due presunti stupratori non placa l’onda di sdegno dopo la doppia violenza sessuale compiuta una su un treno della linea Milano-Varese, l’altra in stazione a Vedano Olona. «Uomini in divisa sui treni», chiedono i vertici della Lega, da Matteo Salvini a Fabrizio Cecchetti, vicecapogruppo alla Camera e coordinatore della Lega Lombarda.

Il cattivo sono io 

Sulla vicenda il segretario federale era intervenuto ancora prima che le forze dell’ordine diramassero la notizia dei due fermi. «Due ragazze violentate, due stranieri ricercati. Ma per la sinistra il “cattivo” sono io perché ho combattuto (e sempre combatterò) l’immigrazione di massa», ha scritto Salvini in un post. Si è poi scoperto che gli arrestati sono due giovani, un italiano e un marocchino, irregolare sul territorio italiano, accusati di aver aggredito le due ventiduenni. 

Sicurezza sui treni

Il commento di Cecchetti è arrivato invece quando i due giovani erano già stati assicurati alla giustizia. «Complimenti alle forze dell’ordine per aver individuato e fermato i due presunti autori delle violenze sessuali avvenuti nei giorni scorsi sulla tratta Milano-Varese», dice. «Questa duplice aggressione sessuale conferma la necessità di una maggiore sorveglianza e presenza di uomini in divisa sui treni della Lombardia. Regione Lombardia aveva messo a disposizione delle risorse per potenziare la sicurezza sui treni lombardi ma dal ministero dell’Interno era arrivato uno stop a questa disponibilità. Questi gravi episodi confermano l’urgenza di mettere personale di sicurezza sui treni lombardi».

La condanna di Azzurro donna

Sull’ennesimo e gravissimo episodio di violenza, arriva anche la condanna di Azzurro donna della provincia di Varese: «Non è più tollerabile che una donna non possa viaggiare su un mezzo pubblico senza sentirsi sicura – dice la referente provinciale dell’associazione forzista Rosa Tagliani – e non possiamo non sottolineare l’impegno delle forze dell’ordine per risalire in tempi rapidi ai responsabili».

Rossella Di Maggio: “Vogliamo vivere libere”

“Stavo guardando il cellulare… Quei due sono arrivati all’improvviso. Di colpo. Nemmeno il tempo di sentirli, di accorgermi di niente… Uno mi ha bloccata, mi teneva ferma, non riuscivo a muovermi”.

Per quanto altro tempo dovremo ancora sentire testimonianze come quella rilasciata dalla una giovane donna aggredita e violentata su un convoglio di Trenord ?

Per quanto altro tempo dovremo ancora leggere sulla stampa la definizione di “balordi” riferita ai due violentatori?

Per quanto altro tempo dovremo dire alle nostre figlie: ” Non uscire da sola… bada a come ti vesti…non prendere il treno in certi orari…”

Quante altre donne dovranno ancora essere molestate, abusate, violentate, uccise prima che si prenda coscienza che la questione di genere è ormai un’emergenza sociale che necessita di una presa di coscienza collettiva e di cambio assoluto del paradigma culturale che minimizza, giustifica e legittima forme di violenza verbale, psicologica, sessuale e fisica sulle donne

Il treno nella tratta Milano-Varese è parte della vita di molte noi, è inammissibile che non ci si possa sentire sicure persino nelle azioni quotidiane dell’andare al lavoro o del tornare da scuola.

Nella consapevolezza che, purtroppo, ciò che successo non è un caso isolato, esprimiamo a queste due giovani donne tutta la nostra vicinanza e assoluta solidarietà e rinnoviamo il nostro impegno totale e permanente in favore della parità di genere che riteniamo un’autentica battaglia di civiltà.

Vogliamo vivere libere, non dimostrare di essere coraggiose persino nelle azioni scontate e abituali di ogni giorno.

Rossella Dimaggio Assessora alle Pari opportunità del Comune di Varese
A nome della Rete Interistituzionale Contro la Violenza sulle donne

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