Omicidio a Vergiate, arriva la prima condanna per la morte di Cantisani

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VERGIATE – Morte di Manuel Cantisani (nella foto): Manco Moncer condannato a 12 mesi. Lo ha deciso oggi, venerdì 16 luglio, il Gup di Busto Arsizio Stefano Colombo. Moncer, ammesso al rito abbreviato e difeso dall’avvocato Cristina Marrapodi, era accusato di omicidio stradale. Il giovane era alla guida dell’auto che investì Cantisani, 28enne di Cardano al Campo (già a terra) nel parcheggio della discoteca Picasso di Vergiate. Il pubblico ministero Martina Melita, oggi in aula, aveva chiesto una condanna a 10 mesi.

Davanti alla Corte d’Assise

Luigi Cetraro, assistito dall’avvocato Corrado Viazzo, è stato invece rinviato a giudizio. E’ accusato di omicidio preterintenzionale: affronterà dunque la Corte d’Assise anche se oggi il giudice dell’udienza preliminare non ha fissato una data per l’inizio del processo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti fu lui a spingere con violenza Cantisani sino a farlo cadere a terra. Sempre secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini (la procura aveva chiesto l’archiviazione ma il gip Piera Bossi ordinò nuove indagini per far luce sulla morte del giovane nel maggio 2018) la notte della drammatica morte di Cantisani alcuni ragazzi furono coinvolti in un litigio molto acceso. Cantisani intervenne forse per difendere un amico: fu spinto e buttato a terra poi investito dall’auto guidata da Moncer.

Non fu la spinta ad ucciderlo

L’avvocato Viazzo, in sede di discussione, ha sottolineato come vi sia una doppia causa nel decesso del 28enne. Prima viene spinto dall’assistito del legale varesino (ed è vivo quando cade a terra) e successivamente viene investito (non volontariamente) dall’auto in manovra di Moncer. Sempre secondo il difensore l’accusa di omicidio preterintenzionale è infondata: non fu la spinta ad uccidere Cantisani e Cetraro non poteva in alcun modo prevedere che Moncer sarebbe partito con l’auto dopo la caduta a terra della vittima. Il Gup ha disposto in ogni caso il rinvio a giudizio più che con un decreto con una vera e propria ordinanza (il provvedimento è stato motivato) nella quale è spiegato che le immagini dei video raccolti durante l’inchiesta sostengono il capo di imputazione contestato. Il legale di parte civile Roberto Sozzio, infine, non si è costituito parte civile in sede di abbreviato. La condanna odierna, dunque, non avrà peso ai fini risarcitori.

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