MALPENSA – Un presidio spontaneo è stato organizzato questa mattina, 11 giugno, da una rappresentanza dei lavoratori Air Italy all’interno del Terminal 1 di Malpensa. Un tentativo disperato di tenere accesi i riflettori sulla loro vertenza quando mancano ormai soltanto 19 giorni al licenziamento collettivo di tutto il personale della compagnia aerea, a terra da febbraio 2020. Sono 1400 dipendenti circa, di cui due terzi basati a Malpensa e i restanti a Olbia (dove si è tenuta una manifestazione concomitante).
Martedì decisivo
Il doppio incontro previsto martedì 15 a Roma potrebbe essere decisivo per il loro destino. Una commissione congiunta Trasporti – Lavoro incontrerà prima le parti sociali e poi i liquidatori, finora fermi sulla loro indisponibilità alla sottoscrizione dell’accordo necessario al blocco dei licenziamenti e alla proroga della cassa integrazione di altri 12 mesi richiesta dai sindacati per dare ossigeno ai lavoratori e avere più tempo per trovare una soluzione industriale che tra improbabili manifestazioni di interesse all’orizzonte e ancora più improbabili richieste di fusione con Ita finora non è stata trovata.
La fine è vicina
La prima fase della procedura prevista dalla legge per i licenziamenti collettivi è durata 45 giorni e si è conclusa senza che i liquidatori di Air Italy modificassero la loro posizione di totale chiusura. Adesso rimangono meno di 30 giorni per la seconda fase in sede ministeriale. Ma il tempo passa e le speranze di far cambiare idea all’azienda si affievoliscono. La decisione dei sindacati di firmare lo scorso settembre l’accordo per dieci mesi di cassa integrazione e poi il licenziamento si sta ora rivelando un errore strategico macroscopico. Fu una chiara mossa per prendere tempo, ma con una posta in gioco troppo elevata. Lo stesso ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in audizione alla Camera meno di due mesi fa parlò chiaro: «Non si possono affrontare le crisi nella fase terminale». A questo punto serve un miracolo.
Crisi Air Italy, Giorgetti alla Camera: «Siamo alla fase terminale»
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