Besnate, sognando una nuova Casa delle Culture: «Valorizziamo la nostra storia»

casa culture besnate

BESNATE – È uno degli edifici dalla storia più antica, la Casa delle Culture di via Mylius a Besnate. Che l’amministrazione guidata da Giovanni Corbo sogna di poter valorizzare e rendere un centro culturale ancora più vivo e attivo: a raccontarlo, lo stesso sindaco nel corso della serata al Cinema Incontro in cui ha stabilito i prossimi obiettivi. Uno fra questi, la valorizzazione del bello a Besnate.

Biblioteca più moderna

Riqualificare le Casa delle Culture è «necessario» secondo il sindaco, a partire dalla biblioteca e dalla sala civica. Parte della prima, in realtà, verrà ammodernata grazie ai 30mila euro del bilancio partecipato: i cittadini, lo scorso ottobre, avevano scelto tra i vari progetti proprio quello che prevede il riammodernamento di alcune sale insieme alla creazione di un’ala multimediale «significa che anche i besnatesi tengono a questo luogo». Che, come previsto dal piano triennale delle opere pubbliche presentato durante l’ultimo consiglio comunale dall’assessore al Bilancio Giuseppe Blumetti, sarà oggetto di altri 70mila euro di investimenti nel 2020. 100mila euro in due anni, dunque, che mostrano come non solo le opere pubbliche, ma anche i luoghi in cui dar forma alla cultura siano al centro dell’azione amministrativa di Corbo.

Storia del paese

Sede, fra le altre cose, della biblioteca civica e del market solidale, la Casa delle Culture apre spesso i suoi spazi a diversi momenti della vita del paese, ma il sogno è quella di valorizzarla ancora di più: «È ncessario renderla ancora più fruibile data la storicità dell’edificio. Non solo per metterlo in sicurezza dal punto di vista strutturale – ha spiegato Corbo – ma anche per valorizzare la sua storia: una volta la Casa delle Culture era sede del dormitorio delle operaie. Madri, mogli, sorelle del passato di Besnate, una storia di emancipazione femminile che quel luogo custodisce e tramanda». In alcune sale, poi, «sono  ancora visibili scritte risalenti al Ventennio, non inneggianti al fascismo, ma che raccontano un pezzo di storia d’Italia: meritano di essere apprezzate dai cittadini. E di raccontare chi siamo stati alle nuove generazioni».

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