Busto al Centro ridisegna piazza Vittorio Emanuele: «Un’identità per farla rivivere»

Il rendering della piazza "revisionata" dagli architetti Tosi e Remondina

BUSTO ARSIZIO – Piante e isole verdi, panchine e qualche lampione retrò, ma anche un chiosco-edicola e una fontana che richiama il ruscello di via San Gregorio. Così Busto al Centro immagina di dare un nuovo volto a piazza Vittorio Emanuele. Una sfida lanciata con la collaborazione di due architetti bustocchi, Massimo Tosi e Giacomo Remondina, che si pone l’obiettivo, per usare le parole del fondatore del movimento Gianfranco Bottini di «rivitalizzare in modo leggero ma efficace» il nuovo “salotto” della città, oggi ridotto ad «una spianata desolata e assolata in cerca di un’identità», come sintetizza il consigliere di BaC Gianluca Castiglioni.

L’idea di BaC

L’obiettivo dei civici centristi è di «valorizzare lo stile asciutto della piazza con alcune piccole opere», come spiega Castiglioni. «È un punto importante attorno al quale si è sviluppata la storia di Busto e crediamo debba essere un punto di riferimento anche per il futuro. Ma oggi la gente non si ritrova in piazza Vittorio Emanuele, deve diventare più accogliente e attrattiva». E per provare ad individuare un’alternativa Busto al Centro si è fatta supportare da due tecnici, che hanno immaginato di «riempirla» con una serie di elementi di arredo urbano. Anche sacrificando in parte la vocazione di piazza per gli eventi: «La priorità dev’essere renderla vivibile, non solo come passaggio – sottolinea Massimo Tosi – potrà esserci uno spazio dedicato agli eventi, ma per rappresentazioni e concerti non è il luogo adatto».

Il restyling

Nella proposta di Busto al Centro c’è l’idea di inserire più verde, con delle isole ad hoc, e più colore, con le piante che cambiano colore nell’arco delle stagioni. Ma anche l’acqua, con le fontane e la possibilità di richiamare il ruscello di via San Gregorio. E ancora, un nuovo stile dell’arredo urbano, con lampioni e panchine che ricordino il liberty, un chiosco-edicola in stile e l’illuminazione che riflette su palazzo Cicogna con toni di colore diversi. «Oggi è una spianata squallida, e ha un arredo che non ha nulla a che fare con Busto – rimarca l’architetto Tosi – non vorremmo essere invasivi ma la pavimentazione andrà rivista in modo strutturale, visto che probabilmente è da ripristinare e rifare completamente, non è possibile che si deteriori in così poco tempo».

Il bando per l’ex Borri

Se quella su piazza Vittorio Emanuele, come sottolinea Bottini, è «una proposta alla città» – prima ancora che ad un’amministrazione in scadenza di mandato – che nasce dalla «volontà di rimuovere un’operazione nata male», Busto al Centro interviene anche sulla questione della rigenerazione urbana dell’ex Calzaturificio Borri. «Niente da dire sulla qualità del progetto, ma quel bando non era confacente a quell’area – ribadisce la capogruppo di BaC Laura Alba – si è scelta una commistione di funzione proprio dove si riteneva indecoroso un supermercato. E l’edilizia sociale sarebbe stata più opportuna in altre zone della città bisognose di rigenerazione». L’architetto Giacomo Remondina è ancora più netto: «Non si può dileggiare il centro storico con uno scatolone di 4 piani con 33 alloggi nel giardino del Borri. La progettazione deve rispettare le ricchezze della città, altrimenti si provocano ferite che non si rimarginano, solo per la smania di fare a tutti i costi».

Busto, per le incompiute un piano da 28,5 milioni. Al Borri auditorium per la musica

busto arsizio piazza vittorio emanuele – MALPENSA24