Busto, spunta il nome di Monteduro. Nel centrosinistra si profila la sfida tra presidi

monteduro ferrario
Da sinistra, Andrea Monteduro e Amanda Ferrario

BUSTO ARSIZIO – Il nome di Amanda Ferrario, candidata a sindaco di Busto, è stato un macigno lanciato nello stagno. Della politica locale più in generale e di un Partito Democratico cittadino che ora dovrà comunque riflettere e confrontarsi su quale strada imboccare. Volente o nolente. E a costo di azzerare non i temi, ma i nomi (di bandiera) che al momento sono rimasti sul tavolo. Che, diciamolo subito, convincono i dem bustocchi, ma forse non fino in fondo. Anche i livelli provinciali. Dove, si vocifera che, prima che uscisse allo scoperto la preside dell’Ite Tosi, si stava valutando come possibile terzo (da sottoporre comunque alla segreteria cittadina), il nome di Andrea Monteduro. Che, il caso è davvero bizzarro, è stato per anni dirigente scolastico stimato e conosciuto del Liceo Artistico di Busto. Ma andiamo con ordine.

Sarà sfida tra presidi?

Come andrà a delinearsi la situazione, al momento tutta interna al centrosinistra, non è ancora del tutto chiaro. Nel senso che nessuno si spinge nel dire se PD, Cinque Stelle e cespugli vari andranno a braccetto al prossimo giro elettorale per tentare la conquista di Palazzo Gilardoni. Al momento occorre registrare che in campo c’è Amanda Ferrario, da molti dem considerata una “fuga in avanti” e per questo “guardata” con sospetto e di fatto “messa sotto ghiaccio”. Dall’altro, ovvero tra le mura piddine, si continua a ragionare su Valentina Verga e Maurizio Maggioni. Con il nome di Andrea Monteduro che fa capolino (fanno trapelare dal provinciale), ma non è ancora ufficialmente arrivato sul tavolo del cittadino.

Se così fosse, magari in ottica di possibili primarie (allargate, ma chi lo può dire?), la sfida desterebbe comunque interesse in un bacino non necessariamente ridotto alla sola cerchia dem. Ferrario e Monteduro, infatti, da dirigenti scolastici di due prestigiose scuole cittadine, hanno potuto farsi apprezzare anche al di fuori dai canonici steccati di partito. La preside dell’Ite Tosi, dopo aver insegnato al Candiani (con preside proprio Monteduro) e aver guidato il liceo Tito Livio di Milano, è tornata a Busto per mantenere l’istituto di viale Stelvio tra le eccellenze nazionali, mentre Monteduro ha preso in mano l’Artistico facendolo diventare una realtà moderna, innovativa e capace di offrire percorsi didattici al passo con i tempi e di spessore nazionale.

Senza dimenticare i nomi di chi oggi si sta giocando la partita, ovvero Valentina Verga, giovane avvocato e con una buona esperienza amministrativa, e Maurizio Maggioni, autorevole figura da tempo impegnata nel campo del sociale e con una storia vissuta tutta a sinistra, evoluzioni di partito comprese. Insomma i nomi, autorevoli, non mancano per trovare il contro canto ad Emanuele Antonelli, che vive della certezza di essere ricandidato, ma nel dubbio che non tutti nell’arco politico del centrodestra siano disposti a sostenerlo in maniera incondizionata.

No alla scatola chiusa

Se si guarda la liturgia piddina è chiaro che il nome di Amanda Ferrario è stato fatto in maniera inusuale. “Hanno bruciato i tempi”, confida qualcuno; “Non possiamo farcelo imporre”, dice qualcun altro”. Ma c’è anche chi suggerisce “calma e gesso. Non abbiamo l’obbligo di rincorrere, ma il dovere di valutare sicuramente”. E chi si spinge più avanti: “Dobbiamo allargare e non isolarci nel nome della “purezza”.

Insomma un bel gomitolo da dipanare. Nelle mani, poiché poi è il segretario cittadino a fare la sintesi, di Paolo Pedotti. Il quale per commentare la candidatura Ferrario pesa con attenzione le parole che vanno a delineare il concetto e la posizione (almeno al momento) della segreteria cittadina. «Da mesi con le realtà politiche che hanno fatto il nome di Amanda Ferrario c’è un tavolo comune aperto. Ma dobbiamo anche registrare che quelle formazioni hanno lavorato, senza coinvolgerci, su temi delicati come Accam e Ospedale unico prendendo posizioni radicali (temi che Amanda Ferrario nell’intervista a Malpensa24 si è ben guardata dall’affrontare e dal dare giudizi in merito ndr). E’ chiaro che a quel punto l’aver fatto quel nome, per noi è come “una scatola chiusa”. E il “prendere o lasciare” non lo accettiamo».

Prendere o lasciare, oppure dialogare?

Ma la politica è l’arte di costruire percorsi che a volte appaiono impervi. Tanto che Pedotti fissa una serie di paletti. «Il primo è che quel tavolo comune avviato resta aperto. E il secondo è che, se ci si siede di nuovo lì, prima che dei nomi bisogna parlare di contenuti. Detto questo noi non abbiamo preclusioni, ma all’interno del nostro partito abbiamo figure autorevoli che devono essere presi in considerazione. Questo perché non vogliamo perdere di vista il vero obiettivo, ovvero di arrivare a individuare il candidato non nell’interesse del partito o di un partito, ma per il bene della città». Parole che forse non sono del tutto un’apertura. Ma uno spiraglio sicuramente.

Corbo: «Io non ho fatto nomi»

Il nome di Monteduro ha sorpreso anche il segretario provinciale del Pd Giovanni Corbo: «Io non ho fatto nomi – dice – So che sulla questione sta lavorando il segretario cittadino e il circolo di Busto Arsizio. Per quanto mi riguarda si stanno valutando altre opzioni e rimangono aperte quelle di Maurizio Maggioni e Valentina Verga». Sul nome di Amanda Ferrario: «Le valutazioni sono naturalmente del circolo di Busto».

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