Cardano, il (finto) suicidio del Pd pur di mantenere la poltrona

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CARDANO AL CAMPO – Dopo mesi a ripetere che «la riunione di domani sarà quella decisiva» il Pd ha finalmente deciso. Per la prima volta nella storia repubblicana, il Partito democratico (e i partiti da cui discende) non parteciperà alle elezioni Amministrative del prossimo 26 maggio. Per entrare a far parte insieme a Cardanoincomune e Forza Italia del fronte moderato guidato da Sergio Biganzoli, ha accettato il diktat imposto dal candidato sindaco («Non voglio i partiti»). Il segretario del Pd Massimiliano Zocchi ha dichiarato ieri 29 marzo a Varesenews che i dem non saranno della partita, lasciando libertà agli iscritti di aderire all’operazione Biganzoli.  Ma è tutta una finta.

Il protocollo Zocchi

Finisce dopo 70 anni la storia del centrosinistra cardanese, una lunga tradizione che parte dalle solide basi della Casa del Popolo e che, soltanto negli ultimi vent’anni, ha fatto nascere due sindaci capaci di imporre il modello cardanese oltre i confini comunali, ovvero Mario Aspesi (due volte candidato alla Provincia) e Laura Prati, a cui è intitolata la sede del Pd a Varese. Finisce la storia del Pd con una stringata dichiarazione di un segretario cittadino silenzioso, praticamente la prima  in quattro mesi al vertice del partito (eccezion fatta per un comunicato stampa il giorno della sua elezione). Massimiliano Zocchi dal novembre scorso non ha mai fatto un comunicato stampa, un post su Facebook, un’iniziativa degna di nota, un incontro pubblico con i sostenitori del centrosinistra. Niente di niente. Il suo unico atto è stato quello di decretare la fine del partito a Cardano al Campo, di scegliere l’eutanasia come il miglior futuro del partito che guida.

Ma è tutta una finta

Che il Pd non si presenti a un’elezione non è una novità. Nella vicina Lonate Pozzolo, per esempio, lo scorso anno accadde la stessa cosa. Ma allora Giacomo Buonanno e gli altri dem ebbero la coerenza di non riciclarsi o di piazzare alcuni dei loro in altre liste civiche. Si chiamarono fuori, dissero, perché non c’erano le condizioni per presentare una proposta credibile. A Cardano invece tutti i big del Pd saranno dentro o comunque sosterranno il listone Biganzoli, chiaramente senza rinnegare le proprie origini. Tutti tranne il sindaco uscente Angelo Bellora, ma soltanto per il veto imposto sul suo nome dai nuovi alleati di Cardanoincomune.
Resta da capire come reagirà chi da ragazzo è cresciuto alla Casa del popolo e cosa dirà la segreteria provinciale che – pur di mantere a Cardano una posizione di governo ventennale – vede il Pd rinnegare la propria identità e umiliarsi a sottacere a una lista civica – negli ultimi 7 anni in opposizione – che non vuole il suo nome. Ma soltanto i suoi voti. Pochi, ma probabilmente decisivi.

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