I ribelli non affossano la maggioranza. E Progetto Cassano ha sempre più peso

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Da sinistra: il sindaco Pietro Ottaviani, Mariangela Calì e Daniele Mazzucchelli

CASSANO MAGNAGO – Tanto rumore per nulla. I mesi di opposizione interna portata avanti dai consiglieri ribelli di maggioranza – Daniele Mazzucchelli soprattutto, ma anche Roberto Saporiti ed Edoardo Franchin – si sono dissolti nella nebbia. Dando concretezza ai loro atteggiamenti degli ultimi mesi, avrebbero potuto mandare a casa il sindaco Pietro Ottaviani e riportare la città al voto anticipato il 9 giugno. Ma il coraggio di staccare la spina – entro il termine del 24 febbraio – è mancato. Eppure i malumori degli ultimi mesi erano evidenti, a partire dalla difficoltà ad accettare che Progetto Cassano 2032 stesse prendendo sempre più potere. E ora che è salvo, il primo cittadino ha deciso di rispondere proprio dando ai civici ancora più peso, affidando alla capogruppo Mariangela Calì la delega alle Partecipate. Un palese gesto di sfida da parte di chi ora può mostrare i muscoli, sapendo che di fronte c’è qualcuno che abbaia ma non morde.

Ottaviani in piedi

Non si può dire infatti che non sia stato eloquente il messaggio dei ribelli. Negli ultimi mesi hanno collezionato frecciate più o meno evidenti in aula, hanno incalzato l’esecutivo e hanno cercato il pelo nell’uovo, spesso rifiutandosi di votare. E così via. Ma al momento di chiudere la partita, il banco è saltato. Il riferimento va a quel 24 febbraio, ovvero il «termine ultimo previsto dalla vigente normativa entro il quale devono (dovevano, ndr) verificarsi le condizioni che rendono necessario il rinnovo dei consigli comunali per motivi diversi dalla scadenza naturale, ai fini dell’inclusione nel “turno di primavera”». Recita così la circolare diffusa nelle settimane scorse dal ministero degli Interni. E che in ambito cassanese poteva trasformarsi nell’ultimo atto della crisi politica in maggioranza. In soldoni, avrebbe potuto far cadere il governo e portare i cittadini alle urne già a giugno. Invece Ottaviani ne è uscito in piedi e più forte. Perché se anche la crisi non è rientrata, lo spauracchio delle elezioni anticipate non fa più paura. Nessuno, infatti, si prenderebbe la responsabilità di consegnare Cassano a un commissario prefettizio per oltre un anno o forse più.

La fragilità degli equilibri

I rapporti in maggioranza restano dunque appesi a un filo. Con equilibri tutt’altro che stabili e che, dal 24 febbraio, sono persino cambiati. Ottaviani, come detto, è più forte e ha da subito voluto mettere le cose in chiaro con la decisione di delegare Calì alle Partecipate. In questo modo, il sindaco ha lanciato un segnale chiaro sotto il profilo politico. E Progetto Cassano 2032 è passato all’incasso, guadagnando ulteriore potere. Infatti oltre ad esprimere già il presidente del consiglio comunale (Maurizio Tosatti) e l’assessore con le deleghe più pesanti (Rocco Dabraio, che gestisce Lavori Pubblici e Urbanistica), ora hanno in carico anche le Partecipate. Che non è certo una sfida da poco, visto che significa portare avanti questioni dibattute. Come Sieco, già al centro di numerose polemiche e con nuove partite da affrontare nel prossimo futuro , la Cms, che in passato non è stata estranea a discussioni fra le forze politiche.

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