Che confusione al tavolo del centrodestra di Busto: si litiga già su tutto

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BUSTO ARSIZIO – “Che confusione, sarà perché ti amo?”. È una coalizione che “cresce piano piano” quella che si ritrova attorno al tavolo del centrodestra bustocco, con tanti nodi ancora da sciogliere, dopo aver dato il là mercoledì scorso alla corsa verso le elezioni amministrative del 2021. In seguito al primo incontro introduttivo alla presenza dei soli “senior partner” della coalizione – Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – il tavolo è stato aggiornato a lunedì, quando l’assise inizierà ad allargare il proprio perimetro anche alle forze civiche e minori che compongono la maggioranza di governo che sostiene, almeno per ora, il sindaco Emanuele Antonelli.

Candidato e perimetro

Non c’è solo il nodo del candidato sindaco, noto ormai da tempo visto che FdI sostiene la riconferma di Antonelli mentre la Lega ha ribadito fin da subito la ferma volontà di riportare un proprio iscritto (il nome per ora rimane coperto) a correre per la poltrona più ambita di Palazzo Gilardoni. Ci sono volute poche ore per scoprire che anche il perimetro della coalizione è tutto da definire. Perché se Forza Italia preme per un allargamento dell’alleanza verso il centro e le forze civiche, con l’obiettivo di costruire «un centrodestra aperto e inclusivo» (per usare le parole del commissario azzurro Gigi Farioli), la visione della Lega è più restrittiva nei confronti di altri potenziali partner.

Non a caso il segretario cittadino del Carroccio Francesco Speroni, in risposta alle dichiarazioni di Italia Viva, oltre a chiedersi «quale pilota in gara compia una manovra di inversione a U, perché a me non risulta», ricorda che «incoerenza è tenere il piede in due scarpe, dichiarando contemporaneamente affinità con il PD e sintonia con Forza Italia, come i due forni di craxiana memoria, mentre è normale che si possa cambiare idea è normale nel giro di qualche anno».

Il rebus della “quarta gamba”

Al primo incontro, la Lega ha proposto un rassemblement delle forze civiche che compongono la “quarta gamba” del tavolo del centrodestra. Oggi c’è il contenitore consiliare di “Idee in Comune”, che raggruppa quel che è rimasto della Lista Antonelli edizione 2016 (il consigliere Roberto Ghidotti), i rappresentanti locali di Noi con l’Italia (Paolo Genoni e l’assessore Osvaldo Attolini) e un gruppo di ex-Forza Italia la cui futura collocazione elettorale è ancora incerta. Poi c’è Risvegliamo Busto, nel 2016 tra i promotori della Lista Antonelli con il marchio Lega Civica, che non intende fare delegazione congiunta con Idee in Comune. Così è stata Fratelli d’Italia ad assumersi il compito di fare le “convocazioni”. E a quel punto anche Busto Grande, tuttora in maggioranza in consiglio comunale, è stata invitata, oggi pomeriggio 13 febbraio. «Tutta questa confusione e litigiosità – le parole del responsabile di BG Matteo Sabba – ci confermano che Antonelli ha sbagliato a entrare in un partito. Il suo modo di fare, come il fatto di non chiamare i vertici per la sua ricandidatura, indispettisce i partiti e ci fa pensare che poteva essere e potrebbe ancora essere un sindaco civico. Andremo al tavolo alzando le orecchie».

Che confusione

A rendere ancora più confuso il quadro, e teso il clima, c’è la esplicita opposizione della Lega alla “lista del sindaco”, su cui invece Emanuele Antonelli è già al lavoro, reclutando “ex” come Mario Cislaghi (in arrivo da Forza Italia), Alex Gorletta (da Busto al Centro) e Maurizio Artusa (già segretario del Pd), oltre a “tentare” i forzisti Orazio Tallarida e Laura Rogora. Ma soprattutto c’è la richiesta di Forza Italia, ribadita proprio oggi 13 febbraio, di un candidato sindaco a Busto o Gallarate, che, se non esaudita, potrebbe portare gli azzurri ad una corsa solitaria nelle due città. Opzione fortemente osteggiata dal sindaco Antonelli, ma che a Busto Arsizio potrebbe aprire le porte alla formazione di un polo di centro, tra Forza Italia, Busto al Centro, Italia Viva e magari Busto Grande. Senza addentrarsi nel programma, dove il nodo Accam (Lega e parte di Idee in Comune sono per lo spegnimento dell’inceneritore) rischia di spaccare la maggioranza già in consiglio comunale. Per ora lo scenario è fluido, ma ancora tutto sommato tranquillo, se consideriamo che cinque anni fa al tavolo del centrodestra volarono le sedie (non solo metaforicamente) e poi la quadra fu raggiunta solo con le primarie.

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