Masterplan, Confindustria Varese: «Governo scellerato su Malpensa»

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Il presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi

VARESE – «Siamo delusi e amareggiati. È un duro colpo all’industria del Nord Italia. Manca visione e politica industriale». Questo il commento di Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese a seguito dell’approvazione del Masterplan di Malpensa da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, senza la possibilità di un ampliamento dell’Area Cargo. «E’ questo – ha detto Grassi – un duro colpo allo sviluppo non solo dell’aeroporto, ma di tutto il nostro territorio e, più in generale, alla capacità competitiva dell’export del made in Italy».

Decisione scellerata

Una decisione che senza mezzi termini Confindustria Varese definisce incomprensibile e scellerata. Quanti posti di lavoro non si verranno a creare con questa decisione? Quanto benessere sociale non verrà creato in quest’area con questo provvedimento? Che impatto avrà sulla mobilità dei camion dei prossimi anni dopo che la saturazione, ormai prossima, della cargo city imporrà alle imprese del Nord Italia di raggiungere altri aeroporti in giro per l’Europa? Quali conseguenze avrà nel prossimo futuro questo autogol a favore del trasporto aereo di altri Paesi? Oppure qualcuno al Governo spera o prevede che le esportazioni italiane non cresceranno nei prossimi anni? 

«Quando parliamo di assenza di una visione continua Grassi – di una mancanza totale di politica industriale, di incapacità di saper interpretare lo sviluppo sostenibile parliamo proprio di scelte miopi come quella presa ieri giovedì 8 giugno. Come possiamo sperare di avere una classe politica in grado di difendere i nostri interessi in Europa, quando non sappiamo farlo nemmeno a casa nostra? È un’occasione persa di cui pagheremo i danni per anni». 

Scelta che pagheremo per anni

Una scelta, tra l’altro, presa senza tenere in considerazione il grande lavoro di concertazione fatto da Regione, Sea, Comuni e tutte le parti sociali. Grassi parla infatti di «una decisione presa lontana dal territorio e decontestualizzata. Il protocollo d’intesa, tra l’altro, prevedeva tutta una serie di azioni compensatorie con la creazione di nuove strade ed aree verdi che ora, con il no all’ampliamento, verranno meno. Chi le farà? Non sappiamo a questo punto se ci siano margini per tornare indietro, ma le forze politiche che si trovano al governo del Paese devono prendersi la responsabilità di aver tarpato le ali allo sviluppo di una delle infrastrutture più strategiche per la crescita della nostra industria e di aver messo in discussione le aspirazioni di un intero territorio e del suo sistema produttivo. Siamo delusi e amareggiati. Le istanze delle imprese di quest’area del Paese così non si possono sentire rappresentate».