Poretti (Lega) conferma Maroni, Cassani e Antonelli. E apre spazi per Forza Italia

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Emanuele Poretti

VARESE – Elezioni amministrative, ma anche quelle provinciali. Come la Lega ha preso le richieste di “contare di più” di Forza Italia. Ma anche il punto sugli equilibri in provincia di Varese tra centrodestra e centrosinistra dopo la caduta di Cislago. Senza dimenticare, per tornare in casa Lega, la stagione dei congressi del Carroccio per sancire il definitivo passaggio alla Lega Salvini premier. Temi che ruotano attorno a una data: quella delle elezioni. «Che al momento non c’è, ma che quasi sicuramente verrà fissata a dopo l’estate». Dice Emanuele Poretti, che nella riorganizzazione della segretaria politica provinciale, è di fatto il super visore degli Enti locali di tutto il Varesotto.

Emanuele Poretti, partiamo proprio da Varese. Dopo che lo stesso Maroni ha confermato la sua candidatura ora tutti i dubbi, emersi a un certo punto, definitivamente svaniti. E’ così? 
«E’ stato lui stesso a dare il segnale che tutti in Lega attendevamo. Maroni è carico. Abbiamo già ripreso i discorsi per forza di cose interrotti per qualche settimana. E il fatto che anche la data delle elezioni quasi sicuramente slitterà a dopo l’estate questo ci dà ancora più tempo. Stiamo lavorando sui temi, ma anche sulle liste. Ci sarà come detto una civica a sostegno del candidato con nomi di alto profilo di persone che magari non vogliono schierarsi sotto un simbolo, ma sono vicini alle nostre idee o hanno stima nel nostro candidato».

Allarghiamo il raggio. Maroni a Varese, Cassani a Gallarate e Antonelli a Busto. I numeri dicono: 2 candidati Lega e uno di Fratelli d’Italia. Come si conciliano ora le richieste che Forza Italia ha messo ufficialmente sul tavolo del provinciale? 
«La posizione di Forza Italia non mi ha sorpreso, anche perché fossi stato io al loro posto avrei fatto la stessa cosa. Ora bisogna capire come riconoscere gli spazi che i nostri alleati rivendicano».

Appunto, come? 
«Partendo dai fatti. A Varese Roberto Maroni è un nome accettato da tutti. Anzi più volte gli alleati ci hanno sollecitato a fare un nome. A Gallarate e a Busto abbiamo sindaci uscenti e di coalizione. E’ c’è una “regola d’oro” che vale per tutti: i primi cittadini in carica sono in pole position per la riconferma. Detto questo però in un ragionamento più complessivo gli spazi non mancano».

Detta così è come spegnere entusiasmo e aspettative di Forza Italia, non le sembra? 
«Ricordo molto bene i tempi in cui le parti erano ribaltate. E quando eravamo noi della Lega a viaggiare su percentuali piuttosto basse, Forza Italia ha sempre rivendicato tutto quanto poteva rivendicare. E al contempo dimostrandosi un leale alleato nei nostri confronti. Detto questo io sono il primo a sostenere che in una coalizione tutti i partiti che ne fanno parte devono essere rappresentati. Come e in quali ruoli però lo discuteremo insieme, valutando anche i nomi che verranno portati al tavolo. A oggi, quelli dei possibili candidati a Varese, Gallarate e Busto credo siano autorevoli e di persone che hanno ben governato».

Insomma a ognuno il suo giusto peso. E a tal proposito con la caduta di Cislago, come sono cambiati gli equilibri tra centrodestra e centrosinistra? 
«Dipende da quando si vota. Se è come si vocifera le amministrative ci saranno dopo l’estate, logica vuole che le provinciali andranno a fine 2021. Questo significa che l’eventuale perdita di Cislago potrebbe venir compensata dalla conquista del centrodestra di altri Comuni o di Cislago stessa. A oggi il vantaggio che avevamo sul centrosinistra però si di certo ridotto».

Cislago ripropone le fibrillazioni tra Carroccio e Fratelli d’Italia già viste in altre città. Come si risolve la questione?
«Io ho una visione diametralmente opposta. Qui l’amministrazione è caduta solo ed esclusivamente per questioni personali di qualcuno. Per l’atteggiamento, direi infantile, di alcuni personaggi di Fratelli d’Italia più che per ragioni politiche. E la dimostrazione è che il circolo locale di Cislago guarda caso è già in piena campagna elettorale. Al di là di quanto sopra, il sindaco Gian Luigi Cartabia ha lavorato bene sia in Comune che sul territorio con gli altri sindaci e questo gli va riconosciuto».

D’accordo, però Cislago si riverbera anche su Castellanza. Non è che poi si rischia l’effetto domino? 
«Si riverbera su Castellanza sì. Rischio effetto domino no. Mi spiego. E’ chiaro che è un problema per tutta la coalizione. E non potrebbe essere altrimenti visto che i consiglieri di Fratelli d’Italia di Cislago sfuggono alle linee politiche condivise dal provinciale. Questo non fa bene quando poi ci siede a discutere al tavolo. Qui mi fermo e non entro in casa d’altri. Certo è che se a far cadere una giunta e mettere a repentaglio la supremazia del centrodestra in provincia fossero stati i consiglieri della Lega io avrei saputo bene cosa fare e mi sarei comportato di conseguenza».

Un ultima domanda: il passaggio Lega – Lega Salvini Premier sembra si sia un po’ arenato. Solo colpa del Covid?  
«Il Covid ha rallentato il processo, ma l’iter è andato avanti. In sintesi ci sono sezioni pronte ad andare a congresso e lo faranno entro fine febbraio. Altre, quelle che sono state “ridisegnate” dovranno fare ancora alcuni passaggi. Solo a quel punto, con le sezioni sistemate, si potrà ragionare sul congresso provinciale. In ogni caso il rinnovo della segretaria provinciale slitterà dopo le elezioni. Con una trentina di Comuni chiamati al voto e una macchina che sta lavorando su quell’appuntamento, stravolgere l’organizzazione del partito non avrebbe senso».

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