Fagnano, la nomina che fa discutere, ma a porte chiuse. Il silenzio dell’Anpi

FAGNANO OLONA – Quella nomina alla presidenza della commissione Sicurezza che fa discutere, a porte chiuse, la politica. E che imbarazza l’Anpi, questa volta poco solerte nell’intervenire pubblicamente. Detta così si capisce ben poco, forse perché al Castello serpeggia il timore dell’ennesima polemica politica. Scintille che forse non scalfiscono la corazza di Siamo Fagnano, ma, checché se ne dica infastidiscono come la sabbia nel costume bagnato. Ma andiamo con ordine.

Nomi e cognomi poiché non c’è nulla di segreto

La nomina che sta suscitando perplessità è quella di Lorenzo Caiola alla presidenza della Commissione sicurezza. L’indicazione del nome del presidente (non la nomina vera e propria, che resta di competenza del sindaco) spetta alle minoranze. Minoranze che, in maniera non unanime, hanno indicato il leghista. Ma a sollevare il polverone non è tanto un vecchio post di Caiola in cui, con tanto di macabra foto, ironizzava sui bambini migranti morti in mare, i cui cadaveri (battezzati dal leghista come “Cicciobelli”) sono stati recuperati sulle spiagge italiane, quanto il commento di Marco Baroffio, che durante la campagna elettorale aveva picchiato duro sull’uscita leghista candidato nella lista avversaria di centrodestra.

Porte chiuse e bocche cucite

E da qui ha preso spunto l’interrogazione di Solidarietà e Progresso che però, all’ultimo consiglio comunale, è stata discussa in seduta segreta. Dalla quale è trapelato poco o nulla se non la risposta del sindaco. Che in linea di massima è stata questa: «L’indicazione del nome spetta alle minoranze e io non ho fatto altro che prendere atto del nome che mi è stato messo sul tavolo».

Anzi, forse no. Non è tanto questo, quanto l’atteggiamento dell’Anpi a creare dubbi (anche all’interno dell’Anpi stesso). Anpi così solerte in campagna elettorale a tirar fuori (in maniera strumentale, dice qualcuno) il vecchio post di Caiola e ora, invece silente senza motivo sulla sua nomina. Ed è da qui che sorgono gli interrogativi.

Perché questa volta l’Anpi tace?

Questa è la domanda a cui nessuno sa dare una risposta. Ma c’è chi racconta che tra i “partigiani” fagnanesi ci sia la fazione che spinge per un’uscita dura contro la presa d’atto del sindaco e chi invece nicchia sull’opportunità di prendere posizione per vicinanza (non solo ) politica a Siamo Fagnano

Vero? Falso? Al momento non è dato saperlo.

Certo è che se a Fagnano mettessero la regola che: solo un componente per famiglia (almeno fino al quarto grado) può fare amministrazione o impegnarsi in un’associazione, lo scenario politico del paese sarebbe libero da polemiche. Ma anche da fastidiose, per quanto innocue, ombre.