Rissa Gallarate, Poliseno convocherà i giovani cassanesi coinvolti

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CASSANO MAGNAGO – «Nel caso in cui, tra i 100 “stupidioti” presenti ieri alla maxi rissa a Gallarate, qualcuno fosse di Cassano Magnago, da subito comunico la mia volontà di convocare le relative famiglie interessate, per investire tempo ed energie nella responsabilizzazione e nel doveroso cambiamento da mettere in atto». Il sindaco di Cassano Magnago Nicola Poliseno (nella foto) lo aveva dichiarato sabato scorso in una lunga e interessante riflessione su quanto accaduto a Gallarate venerdì 8 gennaio.

Convocherò i genitori

E purtroppo, stando a quanto accertato nelle ultime ore dagli inquirenti, i partecipanti alla rissa sono ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni residenti a Varese, Malnate, Cassano Magnago e Gallarate. «Quando mi saranno confermati i nominativi convocherò immediatamente le famiglie – conferma il primo cittadino – Per iniziare un percorso educativo con i genitori. Questo è il ruolo delle istituzioni. Certo non sarà facile; io posso immaginare l’imbarazzo dei genitori, posso immaginare l’imbarazzo dei ragazzi, ma sono convinto che questo confronto, questo percorso educativo da fare insieme serva». Il primo cittadino cita tre esempi: «Ci sono stati negli anni alcuni episodi che hanno coinvolto minori cassanesi – spiega – In un caso alcuni ragazzi avevano prelevato gli estintori dalle scuole ed erano poi saliti sul tetto dell’edificio. Abbiamo avuto un writer che ha imbrattato dei pannelli che avevano posizionato alla Boza. E infine alcuni ragazzi erano entrati negli alloggi di edilizia popolare imbrattando una delle cantine. Tutti hanno risarcito e riparato al danno causato. Con tutti abbiamo iniziato questo percorso e con nessuno di loro abbiamo mai più avuto un problema».

Lavori socialmente utili

Poliseno spiega: «Nel regolamento di polizia urbana abbiamo inserito una sezione ad hoc che si riferisce ai minori. Si chiama Educativa e prevede, per i ragazzi coinvolti in fatti illeciti, la possibilità di veder commutata la sanzione alla quale vengono sottoposti in lavori da svolgere in favore della comunità. Una sorta di risarcimento alla collettività. E’ giusto che i ragazzi comprendano che ogni azione ha una conseguenza. E’ giusto che vengano seguiti, insieme alle famiglie, in un diverso percorso».

I ragazzi sapevano, nessuno ha segnalato

Il primo cittadino conclude specificando che «Sono certo che la maggior parte dei ragazzi presenti a Gallarate erano lì come spettatori. Così come sono sicuro, perché mi hanno girato anche delle chat, che quest’appuntamento gallaratese girava tra i ragazzi dai primi giorni di gennaio se non da fine 2020. Alcune delle informazioni che ho raccolto si sono rivelate fasulle, ma questo è un dato certo. Resto sorpreso dal fatto che nessuno, in 10 giorni, abbia ritenuto opportuno segnalare quanto stava per accadere. Io capisco che un ragazzo di 13, 14 anni, non avvisi la polizia. Ma i genitori sì. Di fronte a una cosa del genere avrebbero dovuto avvisare i genitori. Perché se venerdì c’è stato “soltanto” un ferito è stato molto probabilmente merito dell’ottimo intervento della polizia locale di Gallarate. Altrimenti sarebbe potuta finire molto peggio. Il fatto è grave e i ragazzi devono comprenderlo».

Maxi rissa a Gallarate, maxi colpa di tutti i genitori

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