Ghiaccio bollente, il modello Varese

palaghiaccio busto varese
Lo splendido palaghiaccio varesino e la triste incompiuta di Busto Arsizio

Il triangolo del ghiaccio: Varese, Como, Busto Arsizio. Le prime due città si contendono il Centro federale degli sport del ghiaccio, la terza rimane fuori dalla partita anche perchè, in passato, ha gettato alle ortiche l’occasione di avere un palazzetto che ospitasse tali discipline. Il problema di Busto è noto: riguarda la classe politica che sinora non ha saputo gestire e portare a termine il progetto della struttura, tra l’altro già finanziata. Roba da matti, ci verrebbe da dire. Ma questo è, questo si tiene Busto, nonostante l’attuale esecutivo di Emanuele Antonelli abbia cercato e stia cercando di recuperare il tempo (e il denaro) perduto in tutti questi anni. Nella speranza che sia la volta buona – la cosiddetta narrazione è ricca di intoppi e topiche amministrative attorno alla questione – nel frattempo Varese viaggia spedita su altri livelli. Che sono quelli di: 1) incamerare fondi 2) realizzare interventi 3) fare squadra. Con l’obiettivo, perlomeno nel caso del Centro federale, di surclassare la pur potente Como, pronta anch’essa ad ospitarlo.

E Busto Arsizio? Mah, un po’sonnecchia, un po’ fa la vittima, un altro po’ non ha gli uomini e le donne capaci di alzare la voce nei luoghi dove va alzata. E quando la alzano, nessuno la raccoglie. Così la città rischia di rimanere al palo. Poi, per carità, Varese gioca facile per il fatto di essere capoluogo di provincia e, per questo ruolo, riceve maggiore attenzione da Roma e da Milano. In soldoni, sono, appunto, più soldoni. Non a caso, Varese è tutta un cantiere e può vantare una serie di interventi che da altri parti si sognano. Il Centro federale del ghiaccio sarebbe soltanto un valore aggiunto, rispetto a tutto il resto. Attorno ad esso si è coalizzato il mondo politico locale, destra, sinistra, centro: tutti assieme per ottenere il risultato. Frase fatta ma sempre valida: l’unione fa la forza. Il punto di coagulo è la città, cioè il suo prestigio anche attraverso un sito federale per uno sport che a Varese – vedi lo straordinario palazzetto di Acinque Ice Arena di recente inaugurazione  – ha seguito, ed ha una storia.

Qualcuno aveva confuso il Centro del ghiaccio con una funzione Olimpica, che non ha, ma al di là della superficialità delle prime informazioni (le Olimpiadi invernali sono tra due anni, neanche Superman riuscirebbe a concludere i lavori per quella data) una città intera si muove in una sola direzione. Anche questo, nell’attuale complesso e litigiosissimo contesto politico, è quasi roba da matti, detto in senso positivo. Le differenze di vedute, le appartenenze, i distinguo rimangono su mille altre cose. Nello specifico, e fino a prova contraria, invece no.

Il modello Varese dovrebbe fare scuola. Soprattutto a Busto Arsizio e, mettiamocela dentro, pure a Gallarate. Il sud della nostra provincia policentrica, che vanta la maggiore densità produttiva ed occupazionale, che fa da traino economico al territorio, batte in testa, in senso trasversale, quando c’è da condividere un progetto. Esempio massimo: il caso dell’ospedale unico, che dovrebbe unire tutti, invece divide. Un’area politica meno matura di Varese, quella del Basso Varesotto? Può essere. Anche se più facilmente la risposta risiede altrove, magari nella scarsa consapevolezza del proprio ruolo civico e istituzionale che, oltre a ricercare il consenso elettorale, deve dimostrare il coraggio e l’attitudine di singoli e partiti ad essere propositivi e concreti. Fino al punto da non trasformare qualunque questione amministrativa in ghiaccio bollente. Perché, gira gira, prima o poi, il ghiaccio si scioglie. E buona notte ai… pattinatori.

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