La meglio gioventù dem e la partita per la segreteria provinciale PD

I due possibili candidati alla segreteria provinciale del PD: Fisco e Bernardoni

Il prossimo primo ottobre il Partito democratico del Varesotto va a congresso per eleggere il proprio segretario provinciale. I giochi per le candidature sono fatti, o quasi. Ma nei circoli dem questo non si può ancora dire: ci sono liturgie e tempi da rispettare. E c’è anche chi spinge per una candidatura unitaria. Posizione, va detto, al momento minoritaria.

Partiamo dai nomi. Da un lato il Giovane democratico Giacomo Fisco e dall’altro la vicesegretaria provinciale uscente Alice Bernardoni sono oggi i più accreditati a contendere la successione a Giovanni Corbo. Due nomi che solo all’apparenza richiamano la titanica sfida tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini. Ma qui, in terra varesina, non ci sarà alcuna riduzione della contesa nazionale, per il semplice fatto che gli schieramenti che si sono registrati su larga scala sono letteralmente rimescolati nel contesto locale. La sfida, se sarà a due, è tutta da seguire.

Fisco – Bernardoni, dicevamo. Uomo e donna, se vogliamo metterla sul genere. Perché la questione, checché se ne dica, ha la sua rilevanza nel partito. Ed Elly con la sua discesa in campo e la sua vittoria ha dato vigore alle rivendicazioni di genere anche in un partito dove di fatto dovrebbero essere già archiviate da tempo per ragioni valoriali. Invece non è così e lo dimostra il fatto che tra i dem vi è il gruppo (attivo e combattivo) delle Donne democratiche a testimoniare che la strada della parità e lunga da percorrere anche a queste latitudini. E sul segretario non tutte si schiereranno con la vice provinciale uscente.

E ancora, Fisco e Bernardoni, ovvero rinnovamento e nuove generazioni il primo, conservazione e continuità la seconda. Il perché lo rivela la carta d’identità politica dei due.
Giacomo Fisco è una delle anime trainanti dei Giovani democratici varesini e provinciali. A Palazzo Estense è, in questo secondo mandato Galimberti, il capogruppo e dai banchi del consiglio, in più occasioni, ha guidato i consiglieri del Pd (in gran numero giovani) a difesa delle scelte amministrative battagliando senza arretrare contro gli scafati consiglieri di opposizione del centrodestra.
Alice Bernardoni politicamente incarna la continuità. Ha, infatti, vissuto da vice provinciale all’ombra di Giovanni Corbo, che ha firmato un mandato sotto il profilo del dibattito interno ed esterno a tinte pastello. E della sua vice, dentro e fuori dal partito, nessuno ricorda uno “smarcamento” netto. Anche quando, forse ce ne sarebbe stata la necessità per dare colore a un partito troppo spesso apparso grigio e paludato.

Inoltre, a marcare la differenza di passo che i due intendono imprimere al Pd del domani, o almeno così l’abbiamo percepito noi giornalisti “addetti ai lavori”, è anche il rapporto con il mondo esterno ai circoli. Che poi, diciamolo, è il sale della politica tra la gente e fuori dai caminetti del partito. E così, mentre Alice Bernardoni fino a ora sta conducendo una campagna insider, il giovane (tutta la filiera dei giovani, occorre dire) lavora dentro il partito, ma (presentando il proprio documento) comunica anche fuori dalla cerchia ristretta della militanza ortodossa. E, occorre dire, un Partito che si dice Democratico, a partire dal nome, non può che fare della comunicazione una leva fondamentale di confronto e dibattito.

Questione di genere, giovani generazioni e continuità, lavoro insider e voglia di aprirsi al mondo. Sono i temi sul tavolo ma non gli unici argomenti. Perché anche nel Pd in cui prima di tutto vengono i valori, quando c’è da tirare le somme contano i voti. E quindi è complesso dire ora da che parte si schiereranno la sessantina di circoli (più o meno) attivi sul territorio e i quasi 1.500 militanti dem. Si possono però fare alcune congetture. La prima relativa al Pd più strutturato e forte in tutto il Varesotto: quello del capoluogo.

Il circolo di Varese, infatti, prima di pensare al provinciale si posizionerà sul cittadino (anche se il congresso vero e proprio si consumerà dopo il primo di ottobre). Qui per la successione di Luca Carignola il nome più gettonato è quello di Manuela Lozza, anche se in campo potrebbe scendere anche la prima sostenitrice di Elly Schlein in provincia di Varese, ovvero Helin Yildiz. Qualcuno aggiunge il nome di Valerio Langé, più per fare mischia in realtà.

Il secondo dato di fatto è che questo sarà il primo congresso in cui i “grandi” non potranno fare gli indiani o “condire via” la nouvelle vague dei Gd. E il motivo è semplice: la meglio gioventù democratica è forte e organizzata a Varese, ma anche nella zona dei Laghi con epicentro Gavirate, a Gallarate (dove Anna Zambon è vicesegretario regionale GD e che si tira dentro anche Busto e la Valle Olona) e Somma Lombardo. E tra le loro fila ci sono consiglieri comunali che hanno saputo conquistare il rispetto “dei padri”.

Insomma, ragazzi e ragazze che hanno la passione della politica, ma anche il passo rapido delle giovani generazioni. Una cantera politica che solo il Pd ha in questo momento. Non c’è più da tempo in Forza Italia; non dà più frutti da anni nella Lega e che non si sa se potrà nascere in Fratelli d’Italia (un conto sono le percentuali, altro è “allevare” classe politica). Insomma, una ricchezza – dice qualche dem di provata fede partitica – su cui forse “vale la pena riflettere. E sulla quale scommettere per cambiare passo”.