Masterplan Malpensa, al tavolo regionale le «richieste imprescindibili» dei sindaci

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MALPENSA – Il miglioramento della viabilità, la sostenibilità ambientale e il tema delle ricadute occupazionali. Tre pilastri, che si declinano in quelle richieste definite «non sindacabili» dai nove sindaci del Cuv. Sono state presentate ufficialmente oggi, 9 febbraio, al tavolo convocato da Regione Lombardia per discutere il Masterplan di Malpensa. Un incontro «interlocutorio», sottolinea Dimitri Cassani, primo cittadino di Casorate Sempione e presidente di turno del Cuv. Con alla base una posizione precisa: «Le nostre sono richieste imprescindibili, che rappresentano un limite sotto il quale non possiamo scendere come ipotesi di compromesso».

La viabilità

L’accento è stato posto sulle «tematiche che abbiamo sempre sostenuto: ora sembra essere arrivato il momento in cui si deve prendere una decisione». A partire dalla questione viabilistica. Nello specifico, «sono state scremate le opere previste nel vecchio Piano d’area», prosegue Cassani. Quattro le strade individuate come «indispensabili per la sostenibilità»: la tangenziale nord di Somma Lombardo e Arsago Seprio, il completamento della Sp28 per il tratto da Samarate alla zona industriale di Ferno, la tangenziale ovest di Gallarate (da Besnate a Cardano al Campo per la via Giovanni XXIII) e la Ss341 che collega Gallarate e Vanzaghello.

Il nodo cargo city e la questione ambientale

Da un punto di vista ambientale, tra gli altri, «il nodo principale resta l’ampliamento della cargo city». In particolare, ribadendo che «non crediamo sia necessaria l’espansione a sud, con la cancellazione di una fetta importante della brughiera di Lonate Pozzolo». Da qui, la proposta di uno scenario differente, che prevede «lo sviluppo aeroportuale all’interno del sedime». Il tutto in previsione di un incremento del traffico cargo ipotizzato nel Masterplan, «che nei fatti è già aumentato di un 20%, senza ancora nessuna modifica sull’infrastruttura». A questo si aggiunge la «limitazione dei voli cargo nelle ore notturne: non è ipotizzabile che possa essere oltre le 23.30».

Il lavoro a Malpensa e le aree delocalizzate

Non meno importante il tema del lavoro, con l’auspicio che «l’incremento delle attività di Malpensa generi un aumento dell’occupazione». Un obiettivo da raggiungere attraverso soluzioni come «l’istituzione di una academy per la formazione del personale e realizzare uno sportello da collegare con realtà tipo Informagiovani». Ma anche contando sulla «partecipazione di Sea per intervenire sulle aree delocalizzate dell’intorno aeroportuale».

«La volontà di un accordo»

All’incontro erano presenti gli assessori regionali Raffaele Cattaneo (Ambiente), Pietro Foroni (Territorio) e Claudia Maria Terzi (Infrastrutture). Oltre ai principali enti coinvolti, tra cui Parco del Ticino e Provincia di Varese. La situazione, ad oggi, vede i nove sindaci dell’intorno aeroportuale che hanno già espresso il loro parere negativo all’espansione del sedime. Mentre il primo cittadino di Gallarate, Andrea Cassani, si è espresso favorevolmente. Ora è il turno di Palazzo Lombardia. «Abbiamo chiaramente recepito da Regione la volontà di trovare un accordo», dice il presidente del Cuv. Forte anche del sostegno di «Parco e Provincia, che vediamo allineati con i Comuni». Intanto, Regione ha avuto colloqui con Sea e ha definito un tavolo di lavoro che si dovrà riaggiornare a inizio marzo, «per trovare un punto di incontro sulle esigenze territoriali anche con il gestore aeroportuale».

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