Dalla Uyba alla Pro Patria: Busto canta Napoli

Busto Napoli

BUSTO ARSIZIO – Busto canta Napoli. Il destino della Busto Sportiva, nel recente passato come nel presente, risulta legato a doppio filo alla Campania, come dimostrano appuntano le due principali realtà cittadine: la Uyba e la gloriosa Pro Patria, fresca del passaggio di proprietà da Patrizia Testa al 55enne direttore amministrativo napoletano Domenico Citarella neo presidente del club bustocco, in rappresentanza di altri due soci (quelli con la “ciccia”, almeno si spera…), sui cui nomi regna ancora il massimo riserbo, in ossequio al patto di riservatezza.

Qui Uyba

Le famiglia di imprenditori partenopei Pinto e Cimmino, proprietari del brand Yamamay-Carpisa, hanno fatto le fortune della squadra di pallavolo cittadina, calando il loro virtuoso modello imprenditoriale nella mitica Yama, capace nel 2012 di centrare uno storico scudetto, con tanto di annesso triplete. Imprenditori che hanno sposato la città di Busto Arsizio, dove risiedono da anni con orgoglio (in un’intervista alla Rai di qualche anno fa Cimmino si disse contentissimo di abitarci) tanto da sottolinearne costruttivamente – seppur in maniera cruda – anche alcuni aspetti da migliorare. Imprenditori che, a differenza di altri paperoni che vivono e lavorano a Busto, hanno portato un tangibile contributo alla città, facendo fatti.

Qui Pro Patria

Ben diverso il discorso in casa Pro Patria, dove dopo alcune tribolatissime stagioni (pensando alle ere Zoppo-Tesoro-Pattoni fino al tristemente noto governo ombra, con tanto di inchiesta Dirty Soccer), la presidenza di Patrizia Testa aveva ridato bustocchità al progetto Pro Patria, garantendo una forma di territorialità alla gloriosa squadra cittadina, prima di questo  discusso e discutibile passaggio (“vedi Napoli e poi – non – muori“).
Patrizia però ha sempre detto e dichiarato che avrebbe lasciato la Pro in buone mani. E se la first lady tigrotta – che nel recente passato ha avuto più di un’offerta allettante (e a corto raggio) per cedere il club – ha scelto di lasciare la sua amata Pro ad un gruppo di imprenditori napoletani, rappresentati appunto da Domenico Citarella, significa che Patrizia ha avuto tutte le garanzie del caso, o almeno così ci auguriamo. Anche perché, particolare non di poco conto, in questi ultimi mesi, persino il Sindaco Antonelli ha seguito da vicino gli sviluppi societari, come segno – così ci piace credere – di ulteriore rassicurazione per una città fredda e diffidente (come tutte le realtà del nord Italia) ma sempre pronta ad offrire amore a chi, con i fatti e con i danè, ne rispetta i valori e la storia. A cominciare proprio dalla Pro Patria et Libertate 1919.

Pro Patria: vedi Napoli e poi (non) muori

Pro Patria Uyba Napoli – MALPENSA 24