Bianchi per l’Apollonio: «Non abbassiamo il sipario in piazza Repubblica»

Varese De Sanctis Bianchi, Galparoli,

VARESE – Nel foyer di un teatro, di solito, si scambiano quattro chiacchiere prima che si alzi il sipario. In quello dell’Apollonio invece si lavora per rinnovare profondamente lo spazio d’ingresso e si progetta il futuro. Che è a tempo, per ora. Con il direttore e candidato per Forza Italia, con Varese con Bianchi, Filippo De Sanctis , con il candidato Matteo Bianchi, con il commissario cittadino di Forza Italia Piero Galparoli.

L’Apollonio deve vivere

L’ingresso dell’Apollonio è un cantiere. Due mesi di lavoro prima di aprire, a novembre, la stagione. E con la Spada di Damocle dei 36 mesi di vita davanti. Ma si lavora per renderlo più bello e si guarda molto più avanti. E il perché lo spiega proprio De Sanctis.

«Come candidato sindaco Matteo Bianchi ha già dichiarato di voler sostenere questo teatro – spiega il direttore dell’Apollonio – e  la cultura nel programma del centrodestra è una priorità per la città. Che va oltre il Politeama. La contrapposizione Apollonio – Politeama è sbagliata. Varese non deve avere meno in campo culturale e questo significa che due teatri possono coesistere. Questo cantiere, che ci costa 400 mila euro, conferma che l’Apollonio può continuare ad avere un ruolo importante per Varese».

Data di scadenza come lo yogurt

Nuovi sistemi di aerazione, sistemazione dalla sala e della scala che porta alla “galleria” e rinnovo completo del foyer con un nuovo bar centrale e una nuova vetrata che si affaccia all’esterno e aprirà il teatro su Piazza Repubblica. Lavori per 400 mila euro: tantissimo per una struttura che ha una data di scadenza, quasi come un yogurt. «Eppure, qui c’è un investitore che non è di Varese, che ci crede e che ha scelto di investire. E questo dovrebbe far riflettere sulle potenzialità di attrazione della città e della cultura varesina – continua De Sanctistenere vivo l’Apollonio significa anche completare la visione di piazza Repubblica anche sulla base dell’Accordo di programma sottoscritto da Regione e Comune. Perché parliamoci chiaro, il mercato affolla la piazza di giorno, ma la rende un deserto la sera e la notte. Quando invece con il teatro vivo si potrebbe dare vita a un dialogo tra l’Apollonio e l’ex Caserma recuperata a scopi culturali».

«Facciamo spettacolo e non diamo spettacolo»

Sul fatto che l’Apollonio debba vivere, nel centrodestra, non ci sono dubbi. Semmai il problema è dove. Nel senso che l’Apollonio, finito di costruire il 26 gennaio 2002, fu pensato per essere una struttura provvisoria. Ma nel frattempo ha scritto una storia di quasi 20 anni. «Che non può finire – dice De Sanctis, che aggiunge – Noi qui facciamo spettacolo, ma non diamo spettacolo come qualcuno». E il discorso scivola sulle ipotesi di trasloco ventilate qualche mese fa: «L’amministrazione ci ha proposto come alternativa la Schiranna. Non percorribile, come anche l’anti stadio, dove ci hanno fatto capire che avremmo dovuto realizzare prima la pista del ghiaccio provvisoria e poi, forse, il teatro. Insomma si voleva solo perdere tempo».

L’instabile stabilità

A ricordare che l’Apollonio si è conquistato sul campo i “gradi di teatro stabile” è proprio Matteo Bianchi: «Questo luogo ha una storia culturale quasi ventennale. E deve continuare a scriverla qui in piazza Repubblica almeno fino a quando la programmazione dell’intera città non ha individuato una location adeguata per una nuova struttura. Galimberti ha sottoscritto una convenzione con il Molina per recuperare il Politeama. Ma questo non basta. Varese non può accontentarsi di una sala da 800 posti. Il nostro punto di vista è differente. Prima diamo certezze all’Apollonio, con il Politeama che potrebbe venir destinato a spettacoli di artisti emergenti e del territorio. E i soldi risparmiati sul recupero del Politeama li investiremo per riqualificare piazza XX Settembre. Perché anche qui, non è possibile pensare al Politeama senza prevedere la sistemazione del comprato cittadino sul quale si affaccia».

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