Busto, sputi e botte ai carabinieri: sì alla perizia psichiatrica. «Era sempre ubriaco»

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BUSTO ARSIZIO – Sputi e botte prima agli agenti della polizia locale, poi, 7 mesi dopo, anche ai carabinieri. Oggi, giovedì 7 gennaio, il giudice monocratico del Tribunale di Busto Arsizio Giulia Pulcina ha disposto la perizia psichiatrica per l’imputato, un nigeriano di 40 anni, arrestato, l’ultima volta nell’ottobre scorso.

Perizia psichiatrica

A convincere il giudice che aveva già rigettato la richiesta avanzata dall’avvocato Carlo Alberto Cova, difensore d’ufficio del 40enne, sono state le testimonianze odierne. In aula sono stati ascoltati i militari oggetto dell’aggressione da parte del cittadino straniero che, il vigilante della Coop di viale Duca d’Aosta sul cui piazzale sono avvenute entrambe le aggressioni con sputi (quella in danno agli agenti della polizia locale era avvenuta ad aprile dell’anno scorso) e il medico del Pronto Soccorso dell’ospedale di Busto Arsizio dove il 40enne arrivò dopo essere stato fermato quasi in stato di incoscienza.

La conferma dei testimoni

I primi hanno confermato che il 40enne, soggetto noto alle forze di polizia proprio in conseguenza delle sue “intemperanze”, era quotidianamente ubriaco. Uno dei militari ha sottolineato come, al momento dell’aggressione, il nigeriano non sembrasse presente a se stesso. Il medico del Pronto Soccorso ha invece confermato l’ipotesi dell’avvocato Cova in relazione ad alcuni parametri riscontrati nel 40enne al momento dell’arrivo in ospedale. Parametri che sono compatibili, il medico lo ha confermato, con una cronica intossicazione da alcol. 

Non tornerebbe libero

Di qui la decisione del giudice di richiedere una perizia psichiatrica a carico dell’imputato (il perito giurerà in aula il prossimo 21 gennaio). La prima aggressione, quella contro i vigili, divenne un caso in città. L’uomo patteggiò a un anno, così come vuole la norma, e fu scarcerato. Il sindaco Emanuele Antonelli, nell’esprimere solidarietà agli agenti del comando cittadino, esternò la sua amarezza nei confronti di una norma a suo parere ingiusta. Fatto che scatenò, sui social, una ridda di commenti con insulti e minacce a giudice, pm e avvocato difensore.  Tanto di far intervenire congiuntamente Ordine degli Avvocati di Busto, Associazione Nazionale Magistrati e Camera Penale con toni di biasimo. Antonelli si era scusato e aveva eliminato il post. L’esito di questo secondo procedimento potrebbe essere profondamente diverso. Se la perizia confermerà l’incapacità del 40enne questo sarà affidato a una struttura detentiva di cura. Non tornerebbe libero e la sua eventuale pericolosità verrebbe costantemente monitorata. 

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