Legambiente a Gallarate: «Malpensa mina il territorio. Via boschi e prati»

GALLARATE – «Siamo stanchi, rammaricati, arrabbiati». Non potrebbe essere più precisa, Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. I temi, sempre gli stessi, quelli che da troppo tempo fanno infuriare gli ambientalisti: Malpensa, il piano d’espansione del sedime aeroportuale, la ferrovia che unirà Gallarate e il terminal 2, insediamenti logistici e tutte quelle opere infrastrutturali legate alla viabilità. Oppure il progetto dell’ospedale unico, altro tema contestatissimo dai comitati del No. E così via. Temi caldi, quelli ribaditi oggi – 19 gennaio – al Cuac di Gallarate in momento di confronto sulle grandi partite del territorio. Nel segno della tutela dell’ambiente.

Il consumo di suolo

I dati illustrati da Meggetto dicono che, negli ultimi cinque anni, il territorio della provincia di Varese ha eroso 168 ettari. «Sono circa 33 all’anno, come cinquanta campi da calcio». Tra i Comuni che più hanno consumato suolo, ha poi ricordato, ci sono Gallarate, Casorate Sempione, Somma Lombardo, Busto Arsizio, Cassano Magnago e Lonate Pozzolo. Per citare i principali. Fino a chiamare in causa i nove sindaci del Cuv, che lo scorso giugno hanno firmato il protocollo d’intesa del Masterplan, aprendo la strada all’ampliamento della Cargo city. Sono proprio i 44 ettari di brughiera sacrificata la mossa che gli ambientalisti non riescono a digerire: «È inconcepibile», ha sottolineato. «Dovrebbe essere un gioielli da tutelare». Ai quali si aggiungono – secondo le stime emerse durante il dibattito di oggi – circa 37 ettari per i binari della Gallarate-Malpensa, circa 16 ettari per l’ospedale unico e 34 ettari per la variante alla Ss341 parte sud.

Le opere (non) sostenibili

Dal piano del Masterplan, molte opere sono tornate sulla bocca di tutti. Che oggi sono le contropartite all’accordo firmato dal Cuv, ma che «con la sostenibilità hanno poco a che fare». Anzi. Le ha ricapitolate Raffaella Filippini, del circolo di Gallarate, ricordando che molte risalgono al Piano d’Area del 1999, scaduto nel 2009: «Si sta andando avanti secondo la volontà di non rispettare le prerogative legali, cercando di colpevolizzare chi non ammette l’ampliamento di Malpensa».

La variante alla Ss341

Tra le opere più note legate al Masterplan, una delle più discusse è la variante alla Ss341. Tema toccato oggi da Mauro Gnocchi, del circolo di Cassano Magnago. Si tratta del piano della bretella di Gallarate, partendo dalla Pedemontana, e che si trova all’altezza delle vasche di contenimento dei fiumi Tenore e Rile. Il suo intervento si è concentrato sulle relazioni di Anas, sostenendo che «gli argini delle vasche non potrebbero contenere le piene». Segnalato il problema, «i Comuni di Gallarate, Busto e Cassano non hanno fatto nulla». Ma è un progetto che prosegue e attraversa il territorio samaratese, oggi attivissimo sul tema col neo comitato “Salvaguardia dei boschi di Samarate”.

L’ospedale unico

A chiudere, Paola Gandini, presidente di BustoVerde. Un intervento, il suo, concentrato sul progetto dell’ospedale unico. «Busto – ha detto – ha la percentuale di consumo di suolo alta, circa il 49%. E il trend in crescita più alto della provincia di Varese, del 2%». Mentre, sulla questione viabilità ci sono «ipotesi che preoccupano, anche se a oggi il piano non è chiaro».

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