Matisse, un coccodrillo e la porta del Duomo: i tesori del Sacro Monte di Varese

VARESE – Il modello della porta del Duomo di Milano? Lo si può ammirare al Sacro Monte di Varese, nella Casa Museo Lodovico Pogliaghi, che fu abitata proprio dal suo autore. Al Museo Baroffio invece si può scoprire un’opera di Matisse… e un curioso coccodrillo. E la Cripta del santuario consente di fare un viaggio all’indietro nel passato di oltre 1000 anni. Sono alcune delle perle dei musei del Sacro Monte di Varese, che inaugurano una nuova stagione turistica (nel video sotto una visita virtuale con tanto di guida). Proprio mentre del sito Unesco varesino si torna a parlare con sogni di grandi progetti.

Tesori da scoprire

Lo scorso fine settimana hanno riaperto i battenti dopo la chiusura invernale, tornando ad accogliere visitatori da vicino e da lontano. Luoghi da scoprire non solo per i turisti: quanti tra i varesini davvero conoscono tutte le innumerevoli chicche che si celano nei luoghi di cultura del sito Unesco? Probabilmente solo qualcuno. A svelarne le curiosità è Marina Albeni di Archeologistics, impresa sociale varesina che da alcuni anni (il Pogliaghi dal 2014, Baroffio e cripta dal 2015/16) si occupa della gestione di questi siti ricchi di fascino. «Quello dei musei del Sacro Monte è un patrimonio davvero ricco – racconta – l’anno scorso in totale sono stati più di 10mila i visitatori nelle tre strutture». Un dato importante, in continua crescita negli ultimi anni, fatta eccezione chiaramente per il periodo Covid. Numeri condensati tra marzo e novembre, mentre nei mesi invernali ci sono delle aperture straordinarie a Natale, visite per gruppi su prenotazione e attività con le scuole. Spazi che dunque vivono tutto l’anno, anche se il clou ovviamente è tra primavera ed estate.

Tombe di epoca carolingia nella Cripta del santuario

Casa d’artista

I visitatori sono di tutte le età, dai singoli alle famiglie, e si è registrato negli ultimi mesi un ritorno prepotente degli stranieri, sia in viaggio di piacere che tramite gruppi aziendali. Germania, Svizzera e Paesi Bassi le principali nazioni di provenienza. Alle visite nei mesi primaverili ed estivi si affiancano anche eventi ed attività che coinvolgono i musei, tra appuntamenti dedicati all’arte (al Museo Baroffio e nel borgo) e musica, con la Casa Museo Lodovico Pogliaghi che ospita concerti tra maggio e giugno. Da qui la presenza di un pianoforte nell’atelier, la sala principale del museo, che colpisce l’occhio del visitatore con la presenza della maestosa Porta del Duomo di Milano, o meglio del suo modello in gesso a grandezza naturale (10 metri di altezza per 6). A realizzarlo proprio Lodovico Pogliaghi, artista poliedrico di origini milanesi che a fine Ottocento decise di stabilirsi al Sacro Monte, progettando lui stesso la villa dove abitò e lavorò. Un mix di stili diversi, dal mosaico dorato che ricorda l’arte bizantina di Ravenna fino al colonnato di ispirazione classica. Fu anche un grande collezionista, come dimostrano le centinaia di reperti di epoca greca, romana, etrusca ed egizia. Il museo continua nel giardino, da diversi anni oggetto di lavori di restauro e pulitura.

L’esedra che conserva i reperti di arte classica

Matisse e il coccodrillo

Di fianco alla chiesa dedicata a Santa Maria del Monte si trova invece il Museo Baroffio e del Santuario, che conserva opere di diverse epoche, dall’arte romanica con testimonianze della storia del santuario, al corpus di opere (principalmente di arte fiamminga) donate dal barone Baroffio fino all’arte contemporanea, con nomi importanti come Henri Matisse, di cui il museo conserva (nella foto sotto) una riproduzione di una parte della decorazione di una cappella che progettò a Vence, in Francia.

Nella stessa sala anche il bozzetto de “La Fuga in Egitto” realizzato da Renato Guttuso alla terza cappella del Sacro Monte varesino. Il divertimento dei bambini è invece la ricerca del coccodrillo, che ha uno spazio a lui tutto dedicato. Si tratta dei veri resti di un alligatore precedentemente ospitati nel santuario: un particolare ex voto per ringraziare la Madonna.

Il cuore antico del borgo

Infine la Cripta, la chiesa più antica ad oggi nota del Sacro Monte di Varese. Riaperta al pubblico nel 2015, conserva resti di un pavimento del quinto/sesto secolo e affreschi di fine ‘300 – inizio ‘400, dove si possono notare dei graffiti realizzati dai visitatori. Il modo con cui la gente dell’epoca lasciava il segno del suo passaggio, qualche secolo prima dell’invenzione di Instagram: uno (lo si può vedere qui sotto) è datato addirittura 1536. Nella cripta le ultime scoperte, dopo i restauri effettuati dal 2013 al 2015, sono degli affreschi risalenti a metà Quattrocento e resti di un oratorio funerario di epoca carolingia.

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