‘Ndrangheta a Lonate: «Mai uno sconto dal gommista. Gli feci bruciare l’officina»

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LONATE POZZOLO – «Quando andavo lì non mi facevano mai lo sconto. Eppure sapevano chi ero». E’ Emanuele De Castro, ex braccio destro di Vincenzo Rispoli, boss della locale Legnano-Lonate oggi collaboratore di giustizia, a spiegare la genesi dell’incendio che il 17 gennaio del 2016 danneggiò pesantemente un gommista di Lonate.

Mi erano antipatici

Niente sconti per l’affiliato alla cosca. «E poi mi stavano antipatici perché erano vicini di casa di Casoppero (Cataldo, arrestato nel blitz contro la ‘ndrangheta di ieri giovedì 3 settembre). Così ho mandato Simone Lento (anche lui arrestato ieri) a incendiare». De Castro, che si è «Buttato pentito per paura – come dice Casoppero intercettato – Mi ha detto che ormai dormiva vestito», ha raccontato il fatto in sede di interrogatorio al pubblico ministero della Dda di Milano Alessandra Cerreti. L’origine di quell’incendio è apparsa immediatamente dolosa: una telecamera di sorveglianza aveva ripreso un uomo (Lento a detta di De Castro) che accendeva una fiamma nella zona esterna all’officina dove erano accatastati degli pneumatici. Da lì si propagò il rogo. Ci sono voluti quattro anni per risalire all’esecutore materiale dell’atto intimidatorio, Lento, al mandante, De Castro e alle motivazioni del gesto: «Non mi facevano mai lo sconto».

Le armi della cosca

esplosivo cosca

De Castro, con le sue dichiarazioni, ha permesso agli inquirenti di ritrovare l’arsenale in forza alla cosca nascosto in alcuni box di Lonate Pozzolo con la complicità di Lento e di Nino Castroglio. Nell’aprile del 2019 i carabinieri della compagnia di Busto Arsizio avevano già trovato un arsenale nell’abitazione di Nicola Bruzzese, 70 anni, morto nel dicembre 2018 mentre era agli arresti domiciliari per estorsione. Dal box saltarono fuori oltre a 7 chili di esplosivo ad alto potenziale, un fucile a canne mozze calibro 12 ed una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa, oltre ad un centinaio di cartucce dei due calibri. Il sequestro era avvenuto a cavallo tra l’operazione Atlantic (che aveva smantellato un giro di droga “autorizzato” da De Castro padre) e l’operazione Krimisa che aveva portato all’arresto dei big della cosca.

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