Ricordo e rispetto: a Comerio una mostra d’arte per onorare le vittime del Covid

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COMERIO – Una tela che raffigura una fiamma accesa su uno sfondo cupo. Questo il cuore dell’esposizione temporanea dell’artista di Comerio, Mattia Milano, allestita al padiglione musica di Villa Tatti Tallacchini e che ha l’obiettivo di ricordare con rispetto le vittime del Covid e tutti coloro che stanno lottando per tenere in vita i contagiati.

Un artista di Comerio

La mostra è stata allestita ieri, sabato 3 aprile, alla villa Tatti Talacchini di Comerio per raccogliere le opere del giovane architetto e artista Mattia Milano che ha appunto voluto realizzare un segno concreto per il suo paese non solo per onorare le vittime del coronavirus, ma anche per ringraziare gli operatori sanitari che combattono in prima linea e i volontari impegnati nella campagna vaccinale a Comerio. Le parole chiave? Ricordo e rispetto.

Non basterà un giorno della memoria o un minuto di silenzio per colmare il vuoto e il dolore lasciato da chi non ce l’ha fatta e nemmeno per ricompensare il lavoro di infermieri, medici, ricercatori e volontari. «Il ricordo però è il nostro modo di onorare le persone e il loro operato, per sentirle in qualche modo ancora vicine», così il sindaco di Comerio, Silvio Aimetti commenta l’inaugurazione dell’esposizione arstica che rimarrà accessibile, nel rispetto delle disposizioni Covid per i prossimi giorni.

Non numeri, ma persone

L’insegnamento più importante rimane perciò sempre lo stesso: non dimenticare mai e, se possibile, impara. Erano padri e madri, fratelli e sorelle, nonni, zii e cugini, grandi amici, amori di una vita, mentori. Erano tutto questo le persone che se ne sono andate. Non erano numeri, non erano statistiche. Queste vite spezzate dal Covid, così come tutte quelle persone che hanno lottato duramente e che continuano a farlo, sono così rappresentate dal bagliore della fiamma di una candela.

Calore umano e artistico

«La particolarità di quest’opera – spiega l’artista – risiede in una stretta connessione tra il soggetto e il processo mediante il quale è stato realizzato. La fiamma di una candela può essere una piccola fonte di calore e, nella realizzazione della tela, è stato proprio il calore uno degli elementi utilizzati per ottenere il risultato finale. È stato utilizzato infatti un termosoffiatore che con la temperatura elevata ha portato all’ebollizione del colore, andando a formare delle piccole bolle sulla superficie». La sensazione fisica e percepibile del calore è perciò anche una caratteristica intrinseca del soggetto dell’opera stessa.

Grazie a chi lotta in “trincea”

L’opera nasce in un periodo storico particolarmente difficile. In un momento in cui onorare ogni persona deceduta durante la pandemia è diventato difficile, questa tela è stata concepita per comunicare rispetto per queste persone che non ce l’hanno fatta. Non solo, il rispetto è destinato anche a quelle persone che stanno lottando per guarire, che lavorano giorno e notte negli ospedali in prima linea e sulle ambulanze per fare la differenza.

Al centro della tela, se si osserva con attenzione, è possibile intravedere una croce, uno dei simboli umani più antichi. Questa croce abbraccia totalmente il concetto di morte e di rispetto per queste morti. L’utilizzo di un colore cupo per realizzarla è servito a incorporarla in maniera armoniosa all’interno di una tela che non ha l’obiettivo di risaltare dal punto di vista cromatico o di autocelebrarsi in quanto opera d’arte, ma tutt’al più di portare l’osservatore ad una riflessione forte sì, ma individuale e non ostentata.

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