Samarate, Lega divisa. E i civici di Puricelli voltano la faccia al sindaco

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SAMARATE – I rapporti in maggioranza si fanno sempre più tesi a Samarate. La Lega contro tutti. Contro se stessa, viste le correnti interne che vedono esponenti prendere spesso le distanze dalle scelte che negli ultimi mesi hanno dato del filo torcere agli equilibri. E la Lega contro i civici che portano il nome del sindaco Enrico Puricelli, che inviano segnali al centrodestra disertando gli incontri istituzionali. E in politica, i lunghi silenzi parlano. Fino alla figura che si sta trasformando nell’ago della bilancia: Rossella Caligiuri, il presidente del consiglio comunale. Basta una presa di posizione per creare il caos.

«Dove eravamo rimasti?»

«Dunque, dove eravamo rimasti?». Era il 1987 quando Enzo Tortora riappariva sugli schermi della Rai, a “Portobello“, aprendo con una frase destinata a passare alla storia. Ora, il parallelismo può sembrare azzardato (ci sono due pesi e due misure, certo) ma nel suo piccolo lo scenario politico samaratese si pone la stessa domanda: dove eravamo rimasti? Al punto in cui i rapporti tra civici e Lega erano appesi a un filo. I coordinatori di “Enrico Puricelli per Samarate” erano stati chiari: la civica Caligiuri si è schierata con il sindaco e la giunta quando è stato votato l’aumento dell’Irpef? Bene, «ha rappresentato un’auto-estromissione dal gruppo», dicevano. Poi, il nulla. Di contro, il presidente del consiglio comunale sembrava voler bussare alla porta del Carroccio, indiscrezione mai smentita. Nemmeno dal nuovo segretario di sezione Valentino Celotto, accusato di essere troppo legato al ruolo di addetto alla comunicazione nello staff del sindaco per essere attivo e super partes nell’incarico politico che ora ricopre all’interno del partito. E visti gli ultimi sviluppi, lo stallo tra civici e leghisti sta cominciando a fare rumore.

Assenze che parlano. Strategia?

Bisogna fare un salto indietro, al consiglio comunale del 29 novembre. Che si è trovato a un passo dalla mancanza del numero legale. Ancora una volta: scena già vista. E ancora una volta, a fare da garante per la maggioranza è stata Caligiuri. Una coincidenza? Tutto può essere. Ma è anche vero che a parlare non sono solo i numeri, ma anche le assenze. Tre posti vuoti tra le fila della minoranza, due invece dal fronte che sostiene il primo cittadino: quella del leghista Matteo Piantanida e quella del civico Domenico Trimboli. Oltre all’assessore Luciano Pozzi, anche lui in quota “Enrico Puricelli per Samarate”, irrilevante ai fini della conta ma sostanziale nel significato politico. E se ci fosse stata un’altra assenza, non si sarebbe potuto proseguire con la discussione dell’ordine del giorno.

Pezzi per strada

Senza pensare male, per carità. Ma fa riflettere che da mesi ci siano evidenti scintille tra le due correnti di maggioranza e che sia proprio Caligiuri – al centro di una suggestione in cui da un momento all’altro i coordinatori civici potrebbero farle “saltare la testa” perché strizza l’occhio alla Lega – ad allungare una mano al sindaco in un momento di necessità. Si tratta dell’ennesimo “ci sono” alla giunta e, soprattutto, al Carroccio? Quando verrà – se verrà – considerata l’ipotesi di cucirle l’Alberto da Giussano sulla casacca? Quando romperanno il silenzio i civici? Domande su domande. Nel frattempo, aldilà delle risposte, diventa sempre più palese che la maggioranza rischia di perdersi in una resa dei conti estenuante che rallenta la macchina amministrativa. A tal punto che, continuando in questo modo, arriverà il momento in cui Samarate diventerà ingovernabile. E non siamo lontani.

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