VARESE – «I dodici pezzi, quasi tutti intercalati da field recording, sono tra loro legati, pensati come parte di un viaggio o una camminata che li tiene tutti insieme»: Paolo Grassi (percussioni, clarinetto e cori), con Luca Gambacorta (chitarra, tastiere e canto) anima del progetto Ropes of Sand, ha così illustrato i particolari di “Tonight”, ultimo album della band folk rock uscito il 31 maggio per l’etichetta Edison Box a cui per l’occasione hanno contribuito Diego Marchetti (tromba), Giovanni Franzetti (sax) ed Enrico Mangione (chitarra).
Fiati, sintetizzatori e kraut rock
«L’idea di questo disco, registrato da Mangione al Nitön Lab e interamente prodotto da noi, è precedente alla pandemia: i primi brani sono stati concepiti a due anni dalla nascita dei Ropes Of Sand, avvenuta nel 2016. Ma dopo l’uscita del primo ep l’arrivo del Covid ha imposto una battuta d’arresto per il lavoro sui pezzi. Appena è stato possibile ci siamo rimessi all’opera, con l’elemento centrale, la ballata “Tonight”, scelta per dare il titolo; insieme a “Song for a dime” che sta piacendo molto, ci sono “Long long time”, se volete una nostra interpretazione del kraut rock, e “Not you”, canzone con i sintetizzatori che si apre con una lunga parte strumentale».
“Nothing like you” è invece caratterizzata dalla presenza dei fiati: «Abbiamo pensato di utilizzarli in realtà in tutto il disco facendo riferimento all’ambito folk, ispirati da gruppi come i Low Anthem, per citarne uno; poi Luca ascolta anche reggae e rocksteady, generi musicali in cui sono più diffusi. Oltre al pop e al rock di band di qualche anno fa, tra le nostre ispirazioni ci sono stati anche quelli degli anni Sessanta per dare vita a brani molto strutturati e arrangiati, con una serie di intermezzi musicali a unirli tra loro. Dopo il concerto di presentazione che abbiamo tenuto a Pasqua al circolo Gagarin di Busto sarà possibile ascoltarli nelle date che stiamo organizzando per settembre».