Scintille nell’ultimo consiglio: Gallarate già in clima da campagna elettorale

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GALLARATE – Scintille da campagna elettorale in consiglio comunale, probabilmente l’ultimo prima del voto amministrativo del prossimo autunno. Tra battibecchi e frecciatine incrociate, il clima si surriscalda, con la candidata sindaco del centrosinistra Margherita Silvestrini che rivendica «il senso di responsabilità» delle opposizioni nel garantire il numero legale alla seduta e il sindaco Andrea Cassani che minimizza ricordando che la maggioranza avrebbe potuto ugualmente approvare le delibere in seconda convocazione. E alla fine chiama assessori e consiglieri del centrodestra per un liberatorio selfie di fine consigliatura.

Scintille Carabelli-Dall’Igna

Diversi gli assenti, sia in maggioranza (Lorusso, Simeoni e Deligios) sia in opposizione (Pignataro, Guenzani, Barban e Martucci) ma anche tra le fila della giunta (con il sindaco Cassani, ci sono solo Rech, Robiati e Zibetti). Il primo ad alzare i toni è il ferrazziano Luca Carabelli (Libertà per Gallarate), che prende di mira Germano Dall’Igna, in odore di passaggio a Fratelli d’Italia: «Sono un po’ confuso, Dall’Igna a quale gruppo consiliare appartiene?». È il presidente del consiglio Donato Lozito a chiarire, confermato dallo stesso Dall’Igna, che, «non essendo pervenute comunicazioni, il consigliere è da contare nel gruppo di Forza Italia». Poi Carabelli tira una stoccata contro l’«indifferenza» della maggioranza: «Vista la passione con cui prendono parte ai lavori del consiglio, non parteciperò al voto di nessuno dei punti posti all’ordine del giorno».

Sulla Tari sì a metà

Così al primo voto della serata, quello sulla Tari, la maggioranza compie un mezzo scivolone. Ininfluente, perché per approvare le nuove tariffe dei rifiuti presentate dall’assessore al bilancio Stefano Robiati basta la maggioranza semplice dei 10 consiglieri del centrodestra presenti, mentre per varare il nuovo regolamento sulla Tari servirebbe la maggioranza assoluta dei consiglieri (13) che invece non c’è, per via dell’astensione delle opposizioni. «C’è il numero legale solo grazie alla presenza delle opposizioni che responsabilmente sono in consiglio comunale» rimarca la dem Margherita Silvestrini. Ma il sindaco Andrea Cassani ribatte con il pallottoliere in mano: «L’incidenza delle assenze è maggiore tra le opposizioni. Se fossero usciti saremmo tornati in aula giovedì (in seconda convocazione, ndr) per approvare le delibere con la maggioranza di 9 consiglieri». Insomma, tutto regolare per il sindaco.

PD: «Numero legale grazie a noi»

Ma quello del numero legale è un refrain che Silvestrini ripeterà anche nel successivo punto all’ordine del giorno, il via libera al rilascio di una garanzia fidejussoria per la trasformazione in erba sintetica del campo di calcio della Cedratese, un investimento da 230mila euro: «Non è da sottovalutare che il consiglio si tiene grazie a noi, che in questi anni siamo stati accusati di tutto, di fare opposizione ideologica e ostruzionismo, invece dimostriamo di fare opposizione responsabile e corretta nell’interesse della città». Nel merito, Carabelli contesta l’«urgenza» di un intervento che «poteva essere adottato dalla prossima amministrazione, come ha detto anche Martignoni in commissione». Ma il sindaco Cassani lo stoppa: «L’urgenza è la possibilità per una squadra di calcio di utilizzare un nuovo campo, realizzato a sue spese, dalla prossima stagione».

Silvestrini contro Longobardi

E Rocco Longobardi (Gallarate 9.9) parte all’attacco, ma dei colleghi di minoranza: «Dire che si può rimandare solo per una questione politica lo trovo assurdo, quando ci sono centinaia di ragazzi che giocano su un campo inadeguato. Da civico posso permettermi di dire esattamente quello che penso». Parole che fanno “saltare sulla sedia” Margherita Silvestrini: «Siamo tutti liberi di decidere in base a chi rappresentiamo, non abbiamo padroni a cui rispondere. Forse non altrettanto lei, visto che lo deve sbandierare – dice rivolta a Longobardi – votiamo a favore perché vogliamo manifestare attenzione allo sport e alla Cedratese, al di là delle strumentalizzazioni per propaganda elettorale». Il punto alla fine passa all’unanimità, con il presidente Lozito che coglie l’occasione per ringraziare «i vari gruppi per aver potuto svolgere questa sera il consiglio comunale».

Martignoni contro «i comunisti»

Ancora scintille sulla mozione di Giuseppe De Bernardi Martignoni (FdI) che chiede «la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto entro il 4 novembre 2021», ribadendo che la “boutade” sull’intitolazione della piazza Giovanni XXIII «non è mai stata una proposta ma solo pubblicità sul nulla da parte di qualcuno». Ma quando Silvestrini, a nome di Pd e CèV, propone di trattare la mozione «elettorale» in commissione ventilando in alternativa la possibilità di far mancare il numero legale al voto, il capogruppo del partito di Giorgia Meloni contrattacca: «Mossa elettorale, ma capisco che Pd e CèV non ci tengono molto alle vicende della Grande Guerra. Se fanno saltare il numero legale, è responsabilità loro». Parole che «indignano» in particolare i consiglieri del gruppo dell’ex sindaco Guenzani, Sebastiano Nicosia e soprattutto Matelda Crespi: «Non si permetta. I miei avi hanno combattuto nella prima guerra mondiale e ricevuto onorificenze». Alla fine Martignoni ritira la mozione per evitare che venga affossata e si prepara a votarla nella prossima consigliatura: «Spero, e credo, che i comunisti a Gallarate non passeranno». Per ora è tutto, si torna in aula dopo le elezioni.

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