Maltempo, Centro Geofisico: «Temporali più violenti col cambiamento climatico»

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Uno degli interventi effettuati lunedì 24 luglio dai Vigili del fuoco nel Basso Varesotto a causa del maltempo

VARESE – Tre grosse ondate di maltempo hanno colpito il Varesotto nelle ultime due settimane. Fenomeni violenti molto ravvicinati tra di loro: non un caso, ma una conseguenza dell’aumento delle temperature, che porta a una possibilità più elevata di episodi intensi. A confermarlo gli esperti meteo del Centro Geofisico Prealpino, che dalla sede di Varese stanno monitorando la situazione in questo luglio così particolare.

Episodi ripetuti

Sfogliando l’agenda delle cronache dei giorni scorsi quello che colpisce è proprio il ripetersi a pochi giorni uno dall’altro di perturbazioni molto intense. La prima lo scorso 12 luglio, con forte vento e pioggia. Ad avere la peggio il territorio di Tradate, con una stima di 8 milioni di euro di danni. Quindi il nubifragio nel Basso Varesotto di venerdì 21, a cui sono seguiti gli episodi delle ultime ore, con un violento temporale a Legnano nella mattina di ieri, lunedì 24 e poi ancora forti precipitazioni in serata e nella notte, in particolare nel Gallaratese, con forti grandinate e una quarantina di interventi dei Vigili del fuoco.

Più caldo = temporali più forti

A spiegare cosa ha originato il maltempo delle ultime ore il meteorologo del Centro Geofisico Prealpino Simone Scapin. «Le temperature elevate dei giorni scorsi hanno fatto accumulare molta energia che si è liberata sotto forma di temporali e si sono create situazioni di marcata instabilità con fenomeni particolarmente violenti. Oggi (martedì 25, ndr) siamo in una fase di transizione, ci aspettiamo ancora qualche fenomeno in montagna, ma più verso la Lombardia orientale». A causare una così alta frequenza di temporali sono dunque le temperature più alte, effetto diretto dei cambiamenti climatici. «I fenomeni violenti sono sempre esistiti – spiega l’esperto meteo – ma con l’aumento delle temperature si assiste a piogge intense che sono aumentate di frequenza e anche di intensità». In parole povere più la colonnina di mercurio si alza più si rendono disponibili quantità alte di energia che poi si scatenano in temporali.

Grandinate violente

«Gli studi climatici mettono in luce proprio questo aspetto – continua Scapin – cioè che il cambiamento climatico rende più frequenti e più violenti questo tipo di eventi». E anche le grandinate record che si sono abbattute nelle ultime ore derivano dalla forza dei fenomeni temporaleschi. «Le dimensioni del chicco dipendono da quante volte il chicco viene sospinto all’interno della nube temporalesca e dipendono anche dall’energia in gioco: un temporale più violento dà origine a chicchi più grandi». Non rappresenta invece una situazione anomala la diffusione “a zone” dei temporali, con alcuni comuni colpiti e altri invece risparmiati. «Questo è normale – spiega il meteorologo – i fenomeni temporaleschi sono molto localizzati sia nel tempo che nello spazio e con dimensioni limitate, quindi ci possono essere danni molto ingenti in alcune zone e in altre zone invece nulla».

Il punto della Provincia

E in merito al maltempo delle ultime ore fa il punto anche la Provincia di Varese. I gruppi locali di Protezione civile hanno dimostrato prontezza di intervento, attivandosi tempestivamente su segnalazione dei sindaci. Le azioni intraprese dai volontari hanno riguardato in particolare il monitoraggio e il presidio dei sottopassi allagati, la rimozione di alberi caduti e l’impiego di sistemi di aspirazione per l’acqua accumulata nelle cantine delle abitazioni. Nelle ultime ore il settore provinciale di Protezione civile ha ricevuto da alcuni comuni richieste di informazioni su come procedere con le operazioni di alloggio temporaneo per i propri cittadini nel caso fosse necessaria un’evacuazione. La Provincia di Varese invita i cittadini e i comuni ad adottare tutte le misure di prevenzione possibili durante eventi meteorologici avversi e a comunicare tempestivamente alle autorità competenti eventuali emergenze o situazioni di rischio. «Il rischio zero non esiste – commenta il consigliere delegato Alberto Barcaro – le amministrazioni devono prendere coscienza che, causa i cambiamenti climatici, la sicurezza dei cittadini passa anche da una regolare e puntuale manutenzione del verde pubblico e privato».

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