Sicurezza e opere pubbliche nel mirino del 2022. Rosa: «Rendiamo più bella Lonate»

LONATE POZZOLO – Gli accordi per rigenerare le aree delocalizzate, i passi avanti per risolvere i problemi al depuratore di Sant’Antonino, la rinascita del distretto sanitario. Ma anche tanti altri «piccoli risultati». Il 2021 di Lonate Pozzolo lo riassume così, il sindaco Nadia Rosa: cercando il meglio che un altro anno particolare ha lasciato. Gli alti e bassi della pandemia fanno riaffiorare le preoccupazioni del passato e caricano il futuro di incertezza. Ma nonostante tutto, è tempo di rimboccarsi le maniche e intavolare il 2022. E qualche idea c’è. A partire dallo scioglimento dell’Unione, con il ritorno dei servizi in capo al Comune. Ma anche puntando sulla digitalizzazione e sulle opere pubbliche, che sono «il biglietto da visita del paese». Fino alla volontà di mantenere un dialogo costante con l’aeroporto di Malpensa. Soprattutto in questo momento.

Il meglio del 2021

«Ci sono diverse questioni, che si trascinano da tempo che sono state portate e a termine o sono in fase di conclusione», dice Rosa. Come la chiusura dell’accordo – «dopo vent’anni» – con Somma Lombardo e Ferno, insieme a Regione Lombardia e Provincia di Varese, per rilanciare le aree delocalizzate intorno all’aeroporto: «Verrà deciso il loro futuro, con l’obiettivo di rigenerare un territorio ferito da questo problema. Che ha lasciato strascichi sui lonatesi». Spazio poi al depuratore di Sant’Antonino, anche questo «verso la conclusione con l’intervento di Alfa per risolvere il problema dei cattivi odori». In tutto questo, non va dimenticata l’emergenza sanitaria: Lonate ha fatto la sua parte, con la campagna vaccinale e il servizio tamponi al Distretto Sanitario. Che è poi un altro traguardo raggiunto, «grazie al lavoro di riqualificazione e di messa in sicurezza per garantire sempre più servizi». Ora, sempre in ambito sanitario, la palla passerà alla Casa di comunità, «che sarà un progetto pilota».

I «piccoli risultati»

Spazio anche ai piccoli risultati, come «la redazione gentile, l’inaugurazione del parco diffuso e la consulta giovanile». Ma anche le operazioni in ambito sportivo, «tanto il campo quanto la palestra». Lo stesso vale per la cultura, «con tante presentazioni, incontri e concerti: la biblioteca sta offrendo tante novità». Senza dimenticare il grande murales firmato dal noto street artist varesino Andrea Ravo Mattoni. Non meno importanti le opere pubbliche, che hanno subito qualche ritardo «ma che sono pronte per essere portate avanti».

Gli obiettivi del 2022

E da qui si riparte per il 2022, ovvero dal «biglietto da visita di Lonate». Diversi i lavori pubblici sul tavolo: la riqualificazione del centro, gli interventi su piazza Sant’Ambrogio e su via Cavour, fino a quelli per rilanciare viale Rimembranze. Prioritario anche le azioni per «garantire la sicurezza del paese». In particolare ora che, con la fine dell’Unione, il servizio di polizia locale tornerà a Lonate con sei agenti attivi «sul territorio, al fianco dei cittadini». A questo, si aggiunge la «sistemazione dell’impianto telecamere». Un passaggio anche sul processo di digitalizzazione: «Siamo già partiti nel 2021 attivando alcuni servizi, come i certificati anagrafici. Ora l’obiettivo è fare lo stesso anche per l’ufficio tecnico». Inoltre, l’impegno ad «approfittare delle risorse del Pnrr e dei bandi per avere occasioni di investimenti sul territorio». Che è ricco di «aziende eccellenti», oltre che di associazioni e opere sociali «di grande qualità».

La questione Masterplan

Infine, le azioni che riguardano una grande fetta del territorio lonatese. Si tratta dei rapporti con Malpensa. I dialoghi al momento ruotano intorno al Masterplan. I nove sindaci del Cuv hanno espresso il loro parere negativo. E anche l’amministrazione di Lonate ha presentato le sue osservazioni. La posizione assunta è ben nota: «L’occupazione del suolo e i rischi che corre la brughiera ci vede contrari». Tra le principali richiesta, quella di «rimanere all’interno del sedime, perché un’espansione esterna non è secondo noi sostenibile». Sì, perché «occupare la brughiera per realizzare dei capannoni non è corretto: la nostra area è di pregio. E poi ci sono le aree dismesse «che possono essere riqualificate». Non solo, da un punto di vista ambientalistico, «l’espansione non è giustificata». Fino, nello specifico, la questione Cargo city: «Lo scenario è cambiato, la crescita è stata anticipata e l’incremento dei voli ci preoccupa». Ora, infatti, ci sono tante aziende e «l’impatto lo notiamo». Non solo per i timori causato dall’inquinamento acustico, ma anche atmosferico. In tutto questo, «chiediamo più di coinvolgimento: non c’è stata una presentazione pubblica al territorio del Masteplan».
A fronte dei problemi, va riconosciuta l’importante di Malpensa: «Nessuno vuole farla chiudere, è un indotto notevole. Ma lo sviluppo deve essere compatibile ed equilibrato. Tanto per l’ambiente, quanto per le persone. Senza eccessi».

I sindaci di Malpensa scrivono al ministro: «Tutti i nostri No al Masterplan»

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