Basket, Chicca Macchi e l’amore per la “sua” Varese. “Femminile in A, un sogno”

VARESELaura Macchi, per tutti Chicca, è un’altra delle perle preziose nate dalla straordinaria tradizione cestistica varesina. Per inciso, una delle più forti (stima in difetto) giocatrici italiane mai prodotte. Classe 1979, ha speso la propria vita sui parquet in Italia e in Europa, fino ad arrivare alla Wnba con le Los Angeles Sparks. A questo si aggiunge l’incredibile esperienza in maglia azzurra (113 presenze e 1.387 punti) e i 9 scudetti conquistati. Da qualche mese Chicca ha appeso le scarpe al fatidico chiodo. Ha cambiato carriera e oggi è diventata apprezzatissima voce tecnica delle telecronache nella serie A maschile con Discovery Plus (nella foto insieme ad un suo “compagno d’avventura”, il saronnese Mario Castelli). Insomma un interlocutore privilegiato per parlare di pallacanestro, di LBA e di Varese. E, perché no, per concedersi qualche piccolo grande sogno.

La chiusura della carriera agonistica

Il Covid mi ha aiutato a trovare consapevolezza nella decisione di interrompere un percorso agonistico. E’ stato uno stop imposto a tutti e quindi anche a me. Questo mi ha aiutato. Da quando ho smesso non ho più avuto voglia di rimettere le scarpe da basket ed è una sensazione che mi fa spesso pensare. Forse mentalmente ero già “arrivata” e non me ne rendevo conto. Poi devo dire che la nuova avventura in tv ha aiutato a portare subito la mia testa altrove.

La nuova avventura a Discovery Plus

A luglio ho incominciato con Sky a seguire gli Europei di basket femminile. Per me è stata la prima esperienza reale, quasi in continuità con il mondo che avevo appena lasciato. Poi mi ha chiamata Discovery Plus per commentare le Olimpiadi di Tokyo. All’inizio ero un pò spaventata, perché uscivamo da un mio ambito più proprio, però devo dire che mi sono subito sentita a mio agio. L’esperienza da commentatrice mi piace molto, anche se faccio fatica a riascoltarmi. Sto esplorando il basket maschile, che è un mondo completamente diverso da quello femminile, basti pensare all’impatto fisico. Ogni tanto incontro qualche difficoltà, perché devo ancora appropriarmi del tutto di questo contesto, ma ci lavoro parecchio e mi preparo in modo adeguato dietro le quinte. Mi piace trovarmi in difficoltà e mettermi sempre in discussione, perché è una occasione per uscire dalla mia comfort zone. Tra l’altro lavoro con colleghi meravigliosi, ciascuno con le proprie specificità. Tra tutti cito Mario Castelli: super preparatissimo e competente. Ecco, da subito ho cercato di essere complementare a Mario, portando un mio punto di vista tecnico e tattico, senza rischiare di sovrappormi nei commenti.

Il campionato di LBA

Milano è il solito un rullo compressore, poi alla fine vedremo i risultati. Dietro ci sono tante squadre, molte delle quali con numerosi problemi di infortunio, che tra l’altro coincidono con un contesto di difficoltà per tutti negli ultimi due anni. L’equilibrio regna sovrano. Mi fa specie vedere molte squadre a due facce, cioè in difficoltà nelle coppe europee e ottime in campionato. In serie A voglio capire bene il valore della Reyer Venezia, forse la più indietro delle protagoniste annunciate. E’ comunque un quadro in evoluzione, perché in tante hanno cambiato identità e allenatore in corso d’opera e quindi bisogna aspettare prima di formulare un giudizio definitivo.

La Openjobmetis Varese

Ha avuto una serie notevole di problemi sin dall’inizio, basti pensare agli infortuni e poi al Covid. L’ho commentato in momento di grave down sul campo della Virtus Bologna e in una fase up nella vittoria contro Tortona. Ero a Masnago durante la “tragica” serata contro Reggio Emilia. Mi sono sentita avvilita per i giocatori: perdere pesantemente in casa ed avere il proprio pubblico che inneggia ai 100 punti degli avversari e che acclama l’ex allenatore che esce trionfante… una sconfitta pesantissima, a cui sono seguite le dimissioni di Andrea Conti. Per giudicare la squadra attuale bisognerà valutare l’impatto di Keene e le condizioni fisiche di Egbunu. La Openjobmetis ha necessità di lavorare insieme e con serenità. Contro Tortona, a sprazzi, ho viste cose buone. Tra tutte, voglio segnalare l’impatto di Alessandro Gentile. Un giocatore che era più a disposizione della squadra e che ha saputo coinvolgere i compagni, anche quando andava spalle a canestro. A queste condizioni può diventare l’arma in più.

Il sogno: una Pallacanestro Varese femminile in serie A

Io sono innamorata da sempre della mia città, Varese, e di Luis Scola. Per diventare un giocatore e un personaggio come El General c’è dietro un lavoro mentale enorme, oltre alle doti di madre natura. Io penso che una città di basket come Varese si meriterebbe una sezione femminile in serie A: ce l’hanno Venezia, la Virtus Bologna, Sassari e so che stanno nascendo anche in altre piazze. Me ne ha parlato Toto Bulgheroni in un recente incontro al Panathlon e gli ho dato il mio parere. Io penso che bisogna lasciare tempo alla Pallacanestro Varese di gettare, per prima cosa, le solide basi della serie A maschile. Poi spero che si possa abbracciare il progetto della femminile, a condizione che ci sia una programmazione seria per mantenerla nel tempo, perché purtroppo ho visto tanti progetti che nascono e muoiono in un amen. Io la Luis Scola al femminile? Che dire… mi piacerebbe moltissimo e sono a disposizione, telecronache permettendo. Dico sempre a Andrea Meneghin che lo invidio perché è riuscito a vincere uno scudetto nella sua, nella nostra, città, mentre io ho vinto 9 campionati italiani lontano. A Varese c’è tanta pressione e competenza ed è sempre difficile fare bene. I tifosi vivono nel ricordo delle vecchie squadre e chiedono di alzare l’asticella, anche se purtroppo il budget attuale non lo permetterebbe. Però, quando le cose vanno bene, la Enerxenia Arena diventa davvero l’arma in più.

Chicca Macchi si ritira. Il basket saluta la più titolata giocatrice italiana

Chicca Macchi Basket Varese – MALPENSA24